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Morto Mario Gerla, pioniere italiano di Internet

11 Febbraio 2019 - 19:49 Henry Albert
L'informatico italiano ha partecipato alla creazione di ARPANET, il precursore della rete contemporanea, mettendo per la prima volta in comunicazione due computer diversi

Si è spento Mario Gerla, informatico italiano che ha giocato un ruolo fondamentale nella nascita di internet. È morto a Los Angeles, dove ha vissuto e insegnato per quarant’anni, e dove ha contribuito a creare il primo collegamento tra computer della storia.

Dopo la laurea in ingegneria al politecnico di Milano, nel 1966, Gerla inizia il dottorato in scienze informatiche alla UCLA, sotto la guida del celebre Leonard Kleinrock. Viene coinvolto in un progetto finanziato dal dipartimento della Difesa americano: si chiama ARPANET e ha come fine di creare una rete di comunicazione tra computer, per scopi militari in piena Guerra fredda.

Alle 10.30 di sera del 29 Ottobre 1969, un computer SDS Sigma 7 della UCLA invia “lo” a un altro calcolatore, l’SDS 940 dello Stanford Research Institute. Il testo originale del messaggio è la parola “login”, ma il sistema si blocca dopo le prime due lettere. Un’ora dopo il Sigma 7 dell’UCLA riesce a inviare un la parola al completo.

Un mese dopo UCLA e Stanford hanno un collegamento ARPANET permanente; il 5 dicembre sono connesse anche la californiana UCSB e la University of Utah. Questo network a quattro nodi è il precursore dell’internet che conosciamo. Sotto contratto del dipartimento della Difesa, Gerla si occupa di analisi delle prestazioni e aggiornamento topologico della neonata rete ARPANET.

Morto Mario Gerla, pioniere italiano di Internet foto 1
Wikipedia |ARPANET 1969-1977

Diventerà docente UCLA nel 1976, trasformandosi in un’autorità per le scienze informatiche. Il suo libro Tecnologie wireless emergenti e il futuro dell’internet mobile, scritto con Dipankar Raychaudhuri e pubblicato nel 2011, è conservato in quasi 400 librerie nel mondo.

Oltre a scriverne, Gerla si dedicherà in maniera molto concreta delle reti wireless, coordinando ricerche con applicazioni nel campo della medicina, delle mobilità e della sicurezza. Lavora in particolare sulle reti wireless “ad hoc”, quelle implementabili in totale mancanza di infrastruttura: sott’acqua, nel deserto, in zone colpite da un disastro naturale, o da una guerra.

Continuerà a fare ricerca per la difesa e il governo americano, dirigendo in prima persona il progetto MINUTEMAN, per il quale svilupperà una connessione internet per aeronautica, da utilizzare in scenari tattici e difensivi, e robot autonomi per esplorazioni e mantenimento delle strutture di comunicazione.

Nonostante la lunghissima permanenza negli Stati Uniti, Gerla è rimasto legato all’Italia da lunghi e proficui rapporti di cooperazione nella ricerca scientifica. In un’intervista del 2004 al Sole 24 Ore, Gerla commentava: «Quello che ho potuto constatare è che la tecnologia è soprattutto un grande equalizer. Tutti rispondono indistintamente con enorme interesse alle innovazioni, indipendentemente dal background economico e culturale. Ho così avuto modo di osservare come la diversa provenienza etnica stimoli reazioni diverse e fornisca competenze complementari che sono utilissime in uno sforzo di squadra”.

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