Tav, l’analisi costi-benefici è pubblica: «Vantaggi ambientali trascurabili»
Èpubblico. Il dossier che boccia la Torino-Lione, a lungo rimasto chiuso nel cassetto della scrivania del ministro Toninelli, è consultabile sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’analisi è spietata e il no alla realizzazione dell’opera appare, per il momento, scontato. Impossibile, dunque, l’accordo tra i due vicepremier che non cedono di un millimetro e restano nettamente divisi sul nodo Tav. Il dossier stronca l’alta velocità: «Costi per 12 miliardi contro benefici che si fermano a 800 milioni. Per sostenere l’opera le merci dovrebbero essere 25 volte di più». E ancora: «Nel migliore dei casi si arriva a uno sbilancio tra costi e benefici di 5,7 miliardi; nel peggiore si sfiorano gli 8 miliardi; e realisticamente si arriverebbe a uno sbilancio di 7 miliardi».
La stroncatura del Tav e della sua utilità nasce anche dal fatto che «una vera domanda di traffico non sembra esserci».«Finalmente potrà partire un dibattito pubblico sulla base dei numeri», ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. «Non più opinioni su giudizi ma su dati scientifici – ha sottolineato -, così si potrà capire veramente quanto ci costa l’opera e quanti sono i benefici». Dibattito che intanto stamattinaè partito con la grande assenza del vicepremier M5sLuigi Di Maio dal vertice di Palazzo Chigi. Nessun commento è invece arrivato da Bruxelles, anche se – stando a quanto riferiscono fonti Ue – «Ci sono alcuni aspetti del documento che dovranno essere chiariti con le autorità italiane»
Il professore Pierluigi Coppola ha consegnato in serata al ministro Danilo Toninelli una nota con ulteriori elementi di valutazione sulla Tav, che si discostano dalle conclusioni ufficiali della relazione costi-benefici. Il professore, che non ha firmato il documento della commissione incaricata da Toninelli, avrebbe chiesto al ministro di pubblicare la nota con le sue conclusioni.
In tarda serata anche il vicepremier Matteo Salvini dice la sua, confermando la posizione già sostenuta sull’opera. Achi gli chiede se sarebbe favorevole a unreferendum nazionale sulla Tav, in mancanza di un accordo M5s-Lega risponde: «Sono sempre favorevole ai referendum. Ma ora mi sto occupando di latte, di pastori e di Sardegna». «Stanotte vi giuro che leggo la Tav – aggiunge – Chi l’ha letta mi dice che ci sono dati un po’ strani che ci confermano l’idea che sia meglio andare avanti. Se come mi dicono che è contato come un danno che la gente consuma meno benzina, per me è un beneficio. Risolto il problema della Sardegna risolveremo anche quello. Continuo ad esserne convinto».
A stretto giro la replica di Alessandro Di Battista durante la trasmissione de La7DiMartedì:«Matteo Salvini afferma che gli dicono che nell’analisi costi-benefici ci sono dei dati strani? E questa è una posizione ideologica, non concreta. La legga, l’analisi». Di Battista ribadendo che la commissione che ha redatto l’analisi «non è del M5S»si è detto certo che «Conte e Di Maio troveranno una soluzione».
Vantaggi ambientali trascurabili
Nel dossier costi-benefici è contenuta anche la valutazione dell’impatto ambientale dell’opera. Se venisse realizzata l’alta velocità le emissioni di C02 si ridurrebbero certamente, ma obiettivi «ambiziosi» si otterrebbero «solo grazie all’innovazione tecnologica dei veicoli».In pratica, stando alla relazione, con il Tav, in media, in un giorno, «la durata dei viaggi dei veicoli tra Milano e Parigi si ridurrebbe di 2 minuti e 20 secondi; quelli tra Milano e Lione si accorcerebbe di 1 minuto e 20 secondi e il tempo di attraversamento della tangenziale di Torino diminuirebbe di circa 5 secondi».Quindi questo significa che «la riduzione attesa delle emissioni si attesta intorno alle 500.000 t». Una quantità che rappresenta circa lo 0,5% delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti in Italia e lo 0,05% in Europa. Facendo invece riferimento al totale delle emissioni in Italia, con il Tavla riduzione delle emissioni sarebbedello 0,12%, pari a 428 milioni di tonnellate di CO2. Dunque, il dossier sottolinea che «i benefici ambientali attesi – che monetizzati sono pari a circa 5 miliardi (Osservatorio 2011) – sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile».
Lo scenario politico
«È scritto nero su bianco», dicono dal M5s.«IlTavTorino-Lione reca benefici insignificanti a fronte di costi esorbitanti. In queste condizioni non ha senso dare il via a quest’opera». Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini, forte dei risultati in Abruzzo – in cui la Lega risulta essere il primo partito con il 27,53% – , torna all’attacco e ribadisce quanto sia fondamentale portare a termine l’opera: «Sulla Tav c’è bisogno di finire quello che abbiamo cominciato – ha detto ieri sera a Porta a porta -. Certo non perché ce lo dicono i francesi ma perché serve agli italiani». Il vicepremier Luigi Di Maio, dal canto suo, dopo il tracollo del M5s in Abruzzo, intende invece imporre il suo “no” con ancora più fermezza per frenare il ribaltamento dei rapporti di forza nel Governo.
A questo punto, dopo settimane di divisioni e botta e riposta feroci tra Lega e M5s, il no alla realizzazione dell’opera sembra quasi scontato. Anche perché il presidente del Consiglio ha ormai sdoganato la sua posizione sostenendo la linea del “no” e mettendo le mani avanti nel dibattito: «Non esiste solo la Tav, ci sono molti altri cantieri in Italia». «Abbiamo pianificato miliardi di investimenti nelle infrastrutture – ha spiegato Conte – quindi un potenziale ”no” all’alta velocità non rappresenterebbe un ”no” alle infrastrutture in generale».
Dalla Francia arriva il commento delComité Transalpine Lyon-Turinper cui l’analisi è «straordinariamente di parte». Secondo il Comitato«minimizzando i benefici ambientali colossali, Ponti iscrive nella colonna dei costi il mancato introito che rappresenterebbe per lo Stato italiano una diminuzione importante delle tasse sul carburante e dei pedaggi autostradali». «Per sintetizzare – conclude il comitato francese – meno ci saranno mezzi pesanti e auto sulle Alpi, più il rapporto costi-benefici sarà negativo. Un ragionamento che pesa almeno quanto il Co2″ che rappresenta».
Il presidente dello stesso ComitatoStéphane Gugginoha aggiunto: «Visto dalla Francia, questo rapporto costi benefici facciamo un po’ fatica a prenderlo sul serio. Abbiamo tanti difetti ma quando si nomina una commissione indipendente, si fa in modo di non mettere solo tecnici contrari al progetto».
Nel pomeriggio del 12 gennaio arriva anche il commento conciliante del sottosegretario leghista alle Infrastrutture Armando Siri. «Ci sono argomenti»dell’analisi costi benefici «su cui potremmo discutere e discuteremo attorno a un tavolo: troveremo una sintesi di buonsenso». Siri valuta «un po’ fuori luogo», anche in chiave di politica ambientale, valutare come costi i mancati incassi da accise e pedaggi. Aogni modo, sottolinea, «è la politica a fare le scelte strategiche e di contesto. Sarebbe un peccato perdere un’occasione così importante». Le stesse perplessità su calcolo di accise e pedaggi, oltre che dal Comitato francese a favore dell’opera, erano state manifestate nei giorni scorsi da esponenti di Forza Italia.
Intanto, le opposizioni cominciano a schierarsi per quelle che sembrano essere le battute finali di questa battaglia. Il parlamentare dem Davide Gariglio ha consegnato alla Corte dei Conti europea la lettera di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare l’opera, in cui vengono quantificati i danni provocati dal blocco delle gare d’appalto: oltre 75milioni di euro mensili. «Ora che le elezioni abruzzesi si sono svolte, la smettano con la pantomima elettorale – dice il governatore dem del Piemonte, Sergio Chiamparino -. Il governo decida una volta per tutte, così sarà chiaro chi vuole mettere il Piemonte in un angolo e chi invece lavora per la crescita, la sicurezza e l’ambiente».
«Un disastro annunciato». È questo il lapidario commento delle cosiddette “madamin torinesi”, le organizzatrici delle manifestazioni a favore della Torino-Lione, a propositodell’analisi-costi benefici del Mit. «Dal 10 novembre, quando siamo scese in piazza la prima volta, abbiamo diffuso e sostenuto le ragioni del Sì alla Tav, risultate da 7 analisi costi benefici – hanno aggiunto- Abbiamo già espresso il nostro Sì alla Tav a parole e di persona con cittadini, istituzioni, associazioni di categoria e ordini professionali. Adesso il Governo deve fare la sua parte. Noi agiremo di conseguenza.
Il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajanidopo l’incontro a Strasburgo con il premier Conte, riassume la posizione dello stesso Parlamento «è favorevole a realizzare le infrastrutture, quindi riteniamo di prioritario interesse per l’Europa la realizzazione anche della Tav. Per quanto mi riguarda la Tav- ha continuato – è un’opera prioritaria e da commissario ai trasporti abbiamo finanziato la parte europea transfrontaliera, ritengo che quei soldi debbano essere investiti bene e non buttati al vento perché cinque capricciosi esperti no-Tav hanno detto che non si deve fare».
Non usa giri di parole il senatore di Forza Italia Francesco Giro per cui «la “relazione Ponti” merita una sola destinazione: la spazzatura».