Come diventare uno dei 30 under 30 più influenti al mondo: intervista a Davide Dattoli
Davide Dattoli ha solo 28 anni: sette anni fa ha fondato il co-working Talent Garden, simbolo made in Italy della New Economy. Passa almeno un paio di giorni a settimana in giro per il mondo e nel 2016 è riuscito a raccogliere dagli investitori 12 milioni di euro per finanziare la sua idea di sharing.
«Ho imparato l’importanza dell’ospitalità lavorando nel ristorante di famiglia. Ma non ho mai voluto lavorare in quel settore», racconta. «In compenso, appena è stato messo in commercio il primo tablet ho creato un menù digitale per i clienti. E resto convinto che le idee imprenditoriali migliori nascano intorno a una tavola».
Talent Garden ha 23 sedi in otto Paesi europei, frequentati da 3.500 tagger dall’età media di 30 anni. È «un ecosistema» di startup e freelancer che hanno un solo comune denominatore: la vocazione per il digitale.
Nel 2011, Davide Dattoli ha lanciato la sua idea a Brescia: nonostante la diffidenza iniziale, il concetto di condivisione tra startupper e compagnie altamente tecnologiche ha avuto così successo che nella sede di Milano c’è una lunga lista d’attesa per entrare a far parte di questo ecosistema. «C’è un processo di selezione per mantenere alta la qualità della comunità», ha raccontato il giovane entrepreneur a Open.
«Stiamo cercando di creare un luogo in cui tutti gli ecosistemi possano incontrarsi, connettersi tra loro e cercare di stare insieme», ha dichiarato a Forbes quando la rivista americana l’ha scelto tra i 30 under 30 più influenti al mondo. «In Talent Garden ciò che proviamo a fare non è solo creare il co-working, ma anche un luogo dove le persone si sentano a casa, stiano bene e crescano delle connessioni altrimenti impossibili».