Diciotti, Giarrusso (M5S): «No a procedere contro Salvini? I nostri attivisti capirebbero»
Tornerà a riunirsi il 14 febbraio la giunta per le autorizzazioni e le immunità del Senato dopo la scelta di inviare parte dei documenti presentati da Matteo Salvini come memoria difensiva al tribunale dei Ministri di Catania.
Soddisfatto Pietro Grasso (Leu), che aveva avanzato questa proposta sostenuto dal senatore espulso dal M5S Gregorio De Falco. I tempi per il voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’interno Matteo Salvini rischiano dunque di slittare, anche se il presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, esclude questa ipotesi.
Così come il Movimento 5 Stelle, che beneficia di questa boccata di ossigeno visto che ancora non è stata decisa quale sarà la posizione ufficiale tra il sì e il no all’eventuale processo a Salvini.
Mentre i vertici M5S invocano continuamente compattezza sul tema, il ministro dell’Interno ha accolto con favore l’ipotesi di un referendum online tra i 5 Stelle sul tema: «Bene, viva la democrazia».
Il senatore M5S Mario Michele Giarrusso al termine della riunione della Giunta per le immunità non ha escluso il ‘no’ all’autorizzazione a procedere contro il ministro Salvini. «Non esiste la base, ci sono gli attivisti che sono con noi. E gli attivisti capiscono, capiscono».
Nessuno dei 7 senatori 5 Stelle della Giunta è intervenuto nella discussione, come ha confermato Giarrusso che sul voto finale sul caso Diciotti ha ribadito: «Prenderemo una decisione insieme, per ora abbiamo ascoltato».
I documenti che il leader leghista aveva inviato la scorsa settimana come memoria difensiva, non sono stati considerati integralmente ammissibili dal gruppo di senatori.
In particolare la lettera del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e quella dei due ministri 5 Stelle Luigi Di Maio e Danilo Toninelli sono da inviare al tribunale dei Ministri di Catania. Si è tornati quindi all’origine, da dove era partita la richiesta di autorizzazione a procedere al Parlamento.
Come avevamo anticipato su Open, il documento firmato da Di Maio e Toninelli non era rivolto direttamente a Salvini ma alla giunta per le Immunità. Un vizio formale che aveva rilevato sia Grasso sia il senatore espulso dai 5 Stelle De Falco e su cui si era basata la richiesta di rivolgersi al tribunale di Catania.
Ora che è stata accolta, la proposta delle opposizioni può fornire tempo prezioso alla maggioranza di governo, visto che i 5 Stelle non hanno ancora scelto se votare sì o no all’autorizzazione a procedere contro Salvini. Gianluigi Paragone, senatore M5S, non ha escluso l’ipotesi di un referendum sulla piattaforma Rousseau.
Il tema divide il Movimento 5 Stelle, di solito favorevole alle autorizzazioni a procedere: ma questa volta il vicepremier Di Maio, e tutti gli esponenti pentastellati del governo, puntano sulla “collegialità” dell’azione.
Il presidente della Giunta Maurizio Gasparri ha proposto ai 23 senatori di votare no all’autorizzazione a procedere, come ampiamente anticipato dal suo partito (Forza Italia). Secondo Gasparri «sulla natura ministeriale del reato concordano pubblico ministero e Tribunale dei Ministri».
E aggiunge: «Escluso il “movente” privato, escluso il “movente” politico-partitico, rimane in piedi esclusivamente il “movente” governativo, che ha ispirato l’azione del ministro Salvini e che è pertanto idoneo per il diniego dell’autorizzazione a procedere».