In Malesia una città è invasa da 17 mila tonnellate di plastica
La Malesia è diventata uno dei più grandi importatori di plastica, ricevendo la spazzatura che il resto del mondo non vuole. Ma una piccola città malese ne sta pagando il prezzo ed è ora sommersa da 17 milatonnellate di rifiuti.
Nel 2017 la Cina ha deciso di proibire l'entrata di rifiuti di plastica da Paesi stranieri, dopo che in un soloanno aveva importato sette milioni di tonnellate di scarti, una decisione che da molti ambientalisti era stata considerata una grande vittoria. Ma se da una parte la Cina ha chiuso la porta alle montagne di rifiuti, dall'altra un altro Paese ha dovuto subire le conseguenze di questa scelta. La Malesia si è trovata a diventare la discarica del mondo, iniziando a ricevere sempre più rifiuti dal Regno Unito, Giappone e Stati Uniti.
Neisoli primi sette mesi del 2018 la Malesia ha ricevuto circa754milatonnellate di plastica. Aziende illegaliper il riciclo di rifiutihanno cominciato ad aumentare i prezzi per approfittare del nuovo business che varrebbecirca734 milioni di dollari.Ora, la piccola cittadina di Jenjarom sta vivendo un incubo.
Per i residenti la situazione èinvivibile. «Qualche tempo fa ho cominciato a sentire un odore orribile, che è peggiorato in agosto»,ha detto il Signor Tay alla Bbc. Stanchezza e problemi respiratori sono diventati la normalità tra gli abitanti della zona. Non tutta la plastica può essere riciclata, e molte aziende illegali decidono quindidi bruciarla.
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Il Governo ha preso delle misure chiudendo 33 di queste aziende. Ma le 17 mila tonnellate continuano a essere impilate nelle strade della piccola cittadina, che conta appena 30mila abitanti. Una montagna di rifiuti che equivale a due volte l'altezza della Torre Eiffel.
Secondo un report delle Nazioni Unite, nel 2017 molti rifiuti misti di plastica venivano etichettati come "puliti", aggirando quindi le norme sulle importazioni che richiedono plastica in buone condizioni e non contaminata.