Marco Pantani e quell’impresa sul Galibier in nome di una promessa
È una ferita profonda quella legata alla morte di Marco Pantani. Per il ciclismo, per lo sport italiano, per quelle imprese sportive messe in ombra da vicende giudiziarie. Dopo quella tragica notte nel residence di Rimini sulla sua scomparsa rimangono ancora molti dubbi, processi e contro-processi. «Me l’hanno ammazzato» aveva detto fin da subito la mamma Tonina, che ancora oggi non crede all’«intossicazione da cocaina» e continua a combattere per una riapertura delle indagini. Ma è fuori dalle aule dei tribunali che la memoria di Pantani rimane più viva, in quelle strade dove ha percorso chilometri facendo innamorare milioni di italiani. Come sul Galibier, dove il Pirata compì una delle imprese più memorabili della storia, non solo del ciclismo, ma di tutto lo sport italiano.
Il 27 luglio del 1998 era una giornata piovosa, troppo per un ciclista che non amava il bagnato. Pantani quell’anno si era già tolto una grande soddisfazione, vincere il giro d’Italia. Nessuna intenzione di partecipare al tour, ma aveva fatto una promessa, quella a Luciano Pezzi, direttore della squadra del Mercatone Uno, scomparso nel giugno del 1998. Per gli italiani c’era voglia di rivincita in terra francese dopo la sconfitta ai rigori ai quarti di finale proprio contro la Francia, la rivale di sempre. Pantani parte male, alla Cronometro arriva 169°. Il 18 luglio il tedesco Jan Ullrich, il Kaiser, si prende la maglia gialla e Pantani è 43°, lontano dalla vetta, a cinque minuti di distacco. Il 21 luglio, nella tappa con arrivo a Luchon, Pantani attacca in salita, sul Col de Peyresourde, e guadagna una ventina di secondi, ma non bastano. Il 22 luglio vince la tappa con arrivo a Plateau de Beille e riesce a rosicchiare altri due minuti su Ullrich. Ma Pantani è ancora troppo lontano, la maglia gialla è distante tre minuti, un’eternità.
Pochi giorni dopo è il momento del Galibier, una salita temutissima, a un’altezza di 2.642 metri. Luc Leblanc prova a staccare il gruppo, subito a ruota Jan Ullrich che non vuole far scappare via l’avversario. «Potrebbe partire Pantani», dice in diretta la voce del tour Adriano De Zan. Ed eccolo lì, lo scatto del Pirata. Pantani si gira ma Ullrich non risponde. A Pantani serve un’impresa per vincere il tour, sono tanti i minuti da recuperare. della storiaCinquanta chilometri di fatica in solitaria, poi la discesa, i problemi con la mantellina: Pantani si ferma, e riparte. In discesa il distacco è quasi abissale, Ullrich arriva al traguardo con nove minuti di ritardo. Trentatrè anni dopo Felice Gimondi un altro italiano sale sul gradino più alto del podio. L’impresa è compiuta: Pantani diventa maglia gialla, il Tour è suo.