Borghi rispolvera un evergreen: «Se non riusciamo a cambiare l’Ue, ne usciamo». Ma Salvini lo smentisce
Il responsabile economico della Lega torna su uno dei suoi cavalli di battaglia, la possibile uscita dall’euro. Intervenendo a un dibattito della Cisl a Milano, Claudio Borghi ha detto: «Penso che questa opportunità sia l’ultima. Se dopo queste elezioni ci saranno i soliti “mandarini” guidati dalla Germania a guidare le politiche economiche, sociali e migratorie, a uso e consumo della Germania e a nostro danno, io dirò di uscirne. O riusciamo a cambiarla o dovremo uscirne».
A correggere il tiro è intervenuto leader leghista Matteo Salvini: «Nessuna intenzione di uscire dall’Unione europea». A pochi mesi dalle elezioni europee e di fronte a una crescente tensione con le attuali istituzioni comunitarie, Borghi (da anni teorico dell’uscita dall’euro) ha riproposto dunque il tema: «Il progetto della Ue è fallimentare e tossico per l’Italia. Se l’ambiente rimane tossico, io dirò: “andiamo fuori”».
Una frase provocatoria che arriva nel giorno in cui gli alleati di governo presentano i possibili alleati alle Europee, dove Lega e M5s saranno avversari, ma anche Lega e Forza Italia. «Vogliamo cambiare l’Europa, migliorarla ma non abbandonarla», ha chiarito invece Salvini.
Alle europee ognuno fa per se
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) 15 febbraio 2019
Il capogruppo alla Camera Francesco D’Uva ha allontanato invece ogni possibile scenario di uscita dall’Euro e dalle istituzioni europee: «Vogliamo ricominciare a credere nel sogno europeo, una grande casa comune che protegga i cittadini e liberi i governi dai vincoli assurdi dell’austerity».