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Treviso, mozione anti aborto in Comune. L’autore (e ginecologo): «Sono obiettore e lo rivendico»

15 Febbraio 2019 - 21:45 Giulia Marchina
L'ex ginecologo ha presentato una mozione che «riconosce la famiglia come indispensabile cellula della società». Tra i punti a cui si chiede di aderire ce ne sono anche alcuni che fanno riferimento alla comunità Lgbt: «I figli hanno diritto a un padre maschio e a una madre femmina»

Prevenire l'interruzione volontaria di gravidanza. Riconoscere la famiglia come cellula indispensabile della società. Garantire ai figli un padre maschio e una madre femmina. Sono i tre punti cardine di una mozione presentata al consiglio comunale di Treviso da Vittorio Zanini, ex ginecologo, ex esponente Pdl e ora consigliere nella lista Zaia-Gentilini. 

Nel testo, Zanini chiede al sindaco e alla giunta di convocare un tavolo permanente, composto da enti e associazioni «anche pro life», per creare dei progetti volti a prevenire l'interruzione volontaria di gravidanza, ad aiutare coppie e famiglie a «effettuare scelte libere, in favore della famiglia» e a «riconoscere la famiglia quale indispensabile cellula della società», composta da «un padre maschio e a una madre femmina». La mozione ha sollevato un polverone: abbiamo contattato il diretto interessato per commentarla. 

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Dottor Zanini, ha scritto un documento nei confronti di chi sceglie, anche suo malgrado, di abortire. Poi si è scagliato contro la comunità omosessuale. 
«E tutta questa bagarre per cosa? Difendo il diritto alla vita, nella mia carriera ho fatto nascere 10 mila bambini. In Italia la natalità è ai minimi storici e devo essere messo alla forca perché faccio campagne pro nascite? Sono sempre stato dalla parte delle donne, anche quando le vedevo abortire e magari non ne avevano la necessità. È arrivato il momento di sensibilizzare la gente su questo tema». 

Fare affermazioni contro la comunità omosessuale, dicendo che «l'utero in affitto è una pratica abominevole» non è  anacronistico?
«Ma di cosa stiamo parlando? Come avviene la riproduzione? Tra uomo e donna, o no? Sono esterrefatto. Trovo innaturale la questione dell'utero in affitto. Ormai ci siamo dimenticati del significato di famiglia tradizionale. Invece di adottare figli bisognerebbe tornare al vecchio schema, quello di un uomo e di una donna, eterosessuali, che procreano. E comunque non ho nulla contro gli omosessuali: io ho tanti amici gay».

Ritorniamo all'aborto: in molti casi le donne che decidono di ricorrere all'interruzione di gravidanza sono costrette a farlo e ne soffrono per lunghi periodi. È ragionevole nel 2019 ritornare su questioni del genere, tanto più regolamentate dalle legge?
«Certo che lo è. Io sono obiettore e rivendico la mia posizione. Per cui ho sempre trovato prioritario evitare che tale pratica avvenisse. Tant'è vero che mi rifiutavo di eseguire le interruzioni. Il mio compito si limitava a parlare con le pazienti nel pre e post operatorio, poi del resto non ne volevo sapere. Ci tengo a difendere il valore della vita, che è fondante anche della religione cattolica».

Non è l'Italia uno stato laico? E lei non è un medico? 
«Proprio in quanto medico difendo tutto ciò che ha a che fare con la vita, le forzature contro natura non hanno ragione di esistere. Un po' come chi, per capriccio, decide di volere un figlio a tutti i costi, ricorrendo a scorciatoie innaturali».

Capriccio? 
«E come lo chiama lei?»

Le associazioni femministe, il movimento Lgbt e molte donne della società civile si sono opposte alla mozione scrivendo una lettera al sindaco, Mario Conte, divenuta poi una petizione sulla piattaforma Change.org: «Contro l'aborto, contro i gay, questo è oscurantismo. Noi donne tra tante, noi sposate, conviventi, single, eterosessuali, omosessuali, lavoratrici e casalinghe, italiane e straniere siamo tutte unite nell’esprimere il nostro orrore e il nostro sdegno verso una mozione che riteniamo retrograda e mortificante per tutto il genere umano. Non è questo il modo di tutelare la Famiglia e sensibilizzare la società civile. È una questione di civiltà: oggi la libertà di tutti è stata minacciata e va difesa ancora una volta».

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