Trump dichiara lo stato di emergenza: l’asso nella manica per costruire il Muro
Lo shutdown, il blocco delle attività finanziarie del governo, era stato sventato. Il presidente Donald Trump aveva accettato la somma di 1 miliardo e 378 milioni di dollari nella legge di bilancio per costruire una recinzione metallica di 88 km al confine con il Messico. Ma quando i democratici credevano di aver trovato la soluzione per impedire la costruzione dell’imponente barriera anti-immigrazione, è arrivato l’annuncio shock di Trump: gli Stati Uniti sono in stato di emergenza.
«Dobbiamo affrontare la crisi di sicurezza nazionale che si sta verificano al confine meridionale e lo faremo in un modo o nell’altro», ha detto alla stampa radunatasi nel Giardino delle rose, accanto allo Studio Ovale. «È un’invasione, un’invasione di droga e criminali che stanno entrando nel nostro Paese».
Questa dichiarazione permetterà a Donald Trump di utilizzare circa 8 miliardi di fondi pubblici: 3,6 miliardi per progetti militari, 2,5 miliardi a discrezione del presidente per programmi anti-droga, 600 milioni del tesoro come fondo forfettario. Queste risorse saranno sommate a quelle già autorizzate dal Congresso: 1,378 miliardi di dollari.
Dure le risposte delle opposizioni: la speaker Nancy Pelosi e il senatore Chuck Schumer hanno parlato di «prevaricazione dei confini della legge e della Costituzione». Guidati da Alexandria Ocasio-Cortez e Joaquin Castro, i democratici cercheranno di far passare una legge al Congresso per bloccare la dichiarazione di emergenza di Trump.
Anche la Corte Suprema potrebbe intervenire: negli anni passati i magistrati hanno già bloccato l’azione dei presidenti quando è stato individuato un eccesso di potere che oltrepassasse gli organi democratici degli Stati Uniti.
Intanto sono già due gli Stati della federazione che hanno annunciato di voler opporsi al Presidente, entrambi a guida democratica. Gavin Newsom, governatore della California, ha dichiarato che farà causa a Trump per una mossa definita «folle». Letitia James, ministra della giustizia dello Stato di New York, ha parlato di «abuso di potere».