Diciotti, Salvini:« Sono tranquillo». Berlusconi: «Begli alleati che si è trovato»
Matteo Salvini ostenta sicurezza davanti ai microfoni: «Voto in Giunta e processo? Sono tranquillissimo, gli italiani sanno che ho agito per il loro bene e la loro sicurezza». Il ministro dell’Interno si dice quindi certo del sostegno popolare alla sua scelta di non far sbarcare i 177 migranti messi in salvo dalla nave Diciotti nello scorso agosto.
A decidere del caso Diciotti non saranno però direttamente gli italiani, ma la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. E poi, eventualmente, l’aula. E i voti decisivi, visti i numeri, saranno quello degli alleati di governo del Movimento 5 Stelle.
Proprio a loro fa evidentemente riferimento Silvio Berlusconi, che in visita a Cagliari a sostegno del candidato di centrodestra alle elezioni regionali Christian Solinas, ha dichiarato: «Begli alleati si è trovato Salvini, si rifletta su questo».
L’intento della battuta è chiaro: l’ex premier tenta di rinsaldare la coalizione di centrodestra, uscita trionfante dalle elezioni regionali i Abruzzo, e indebolire la fiducia di Salvini nell’alleato 5 Stelle che si appresta a delegare ai suoi attivisti la decisione sul voto sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini, proprio il giorno prima che la Giunta sia chiamata a esprimersi. Da parte di Silvio Berlusconi e di Forza Italia invece lo stop al procedimento era stato fin da subito netto e chiaro.
Anche considerata la posizione politica di Forza Italia sul caso Diciotti, Maurizio Gasparri, presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, aveva deciso di considerare ammissibili gli allegati alla memoria presentata da Matteo Salvini alla Giunta a firma Di Maio, Conte e Toninelli in cui i parteners di governo affermavano che la decisione di bloccare la Diciotti era stata una scelta collegiale del governo tutto e non individuale del ministro degli Interni.
Oggi la Procura di Catania ha ricevuto dalla presidenza del Senato quegli allegati e aprirà un fascicolo sulla vicenda. L’apertura del fascicolo è un atto dovuto, ma la conseguenza potrebbe essere l’iscrizione nel registro degli indagati dei tre esponenti del governo e la successiva valutazione della magistratura della loro posizione.
Sul fronte pentastellato, in attesa del voto sulla piattaforma Rousseau, è il sottosegretario alla difesa Manlio Di Stefano a spiegare la linea: «C’è un’evidenza del fatto che il governo ha scelto insieme questa cosa e quindi la richiesta di Salvini di rendere un po’ tutti corresponsabili» può «avere un senso».
Di Stefano ha poi ricordato che. d’altro canto, Salvini sulla vicenda non è stata del tutto coerente: «Detto ciò il vero cambio di passo è stato fatto da Salvini che aveva detto prima ‘mi farò processare non temo nulla’ e poi invece ha ritrattato, quindi questo è stato probabilmente un segnale di debolezza da parte di Salvini».