Nausica Della Valle ospite a Biella per spiegare com’è «guarita dall’omosessualità»
«Ero lesbica, poi il Signore mi ha liberata». Queste le parole di Nausica Della Valle, inviata di Quinta Colonna, che, durante un'intervista nel 2017 con il telepredicatore Chuck Hall su TCI (Televisione Cristiana in Italia), aveva detto di essere «un'ex omosessuale, ex bulimica, ex anoressica, ex allergica».
Ora Della Valle ha deciso di tenere una conferenza a Biella, con una convocazione destinata a far discutere. L'evento del prossimo 2 marzo si intitola «Perché non sono più lesbica» ed è sponsorizzato dal comitato Cristiani Uniti per servire Biella.
Aveva suscitato parecchie polemiche, del resto, il suo intervento a Televisione Cristiana: «Una mattina ero a casa e ho detto al Signore che volevo studiare la parola e Lui mi parlò con voce udibile e mi disse che Lui era maschio e femmina e che aveva creato l’uomo e la donna e che quindi tutto ciò che era al di fuori della sua creazione è un inganno della menzogna, Satana», aveva raccontato la giornalista.
La pagina Fb della giornalista
E aveva aggiunto: «Poi mi mise davanti alcuni brani delle Lettere di San Paolo Apostolo. E io lessi che Dio aveva abbandonato a passioni infami uomini con uomini e donne con donne, li aveva abbandonati al loro traviamento. L’omosessualità è un abominio agli occhi di Dio. E purtroppo si parla troppo poco nelle chiese di come sia un abominio. Il Signore mi ha parlato e mi ha liberato all’istante».
Insomma, una visione in cui Dio giudica con severità l'omosessualità e "libera" chi è caduto nel peccato. Andrea Rubera, portavoce di Cammini di Speranza, la Lgbte cattolica non ci sta: «Penso che il mondo omosessuale come quello eterosessuale, sono fluidi. Quindi a mio avviso ci sta che una persona si riscopra etero dopo una vita passata nell'omosessualità e viceversa. Quello che trovo pericoloso e fuorviante è imputare una caratteristica del nostro essere a Dio o al Demonio. Mi sembra assurdo, tanto più che la fede dovrebbe aiutare a vivere serenamente, non a guarire».