New York ha legalizzato l’aborto a nascita parziale?
A seguito dell'approvazione del Reproductive health act il 22 gennaio 2019, si è conclusa nello Stato di New York una lunga lotta politica, che si è giocata sul terreno dei diritti delle donne, in particolare su quello all'aborto in generale. La nuova legge è un aggiornamento delle norme già esistenti sull'aborto dopo le 24 settimane di gravidanza. Non implica una tecnica particolare per eseguirlo, come quella a cui alludono i post che si sono visti nei Social media, derivati dalla propaganda pro-life americana. La legge non consente affatto l'aborto senza restrizioni fino al normale termine della gravidanza. Precedentemente era già possibile l'aborto al nono mese nel caso ci fosse un pericolo di vita, adesso sarà permesso anche se fosse messa a repentaglio la salute, come avviene già anche in Italia.
Cosa poteva succedere prima della legge
Qualcuno ha attribuito un certo euforismo da parte delle ex first lady Clinton e Obama per l'approvazione della legge, dando adito a diverse critiche. Così però si perde tutto il contesto, fatto di casi davvero estremi. Citiamo due esempi documentati: «Sophia» (nome di fantasia) nel 2012 si trovò incinta e affetta da cinque tumori, il feto presentava già gravi anomalie a causa dei trattamenti a cui la donna doveva sottoporsi, la gravidanza andava ormai ben oltre i limiti imposti dalle leggi dello Stato, riuscì comunque, grazie a una raccolta fondi, a «fuggire» per abortire altrove, diversamente il neonato sarebbe morto comunque; Jia Tolentino sul The New Yorker riporta invece la storia di Erika Christensen, nel 2016 a 31 settimane di gravidanza i medici le dissero che suo figlio non avrebbe potuto sopravvivere al parto, «se il bambino fosse nato, avrebbe sofferto e non sarebbe vissuto a lungo; voleva minimizzare la sua sofferenza in qualsiasi misura lei potesse», con l’aiuto della madre riuscì a raccogliere i diecimila dollari necessari per trasferirsi in Colorado, dove le permisero di abortire.
La confusione nei termini utilizzati
Tutt'oggi lo Stato di New York non è il solo negli Usa ad avere una legislazione che permette il cosiddetto «late-term abortion», mentre la definizione «partial birth-abortion», da cui si traduce nei post nostrani «aborto a nascita parziale», indica un metodo utilizzato per l'aborto dopo le 20 settimane. Il termine viene utilizzato anche dal presidente George Bush Jr. quando riesce a far approvare il Partial-birth abortion ban act nel 2003. Di fatto però non esiste la definizione di aborto a nascita parziale in medicina. Il termine venne coniato nel 1995 dal National right to life committee (NRLC), si tratta della più longeva e potente associazione pro-life americana. Nei manuali medici si usa invece la definizione «intact dilation and extraction». Oggi si contano quattro tecniche differenti da eseguire in caso di late-term abortion, solo una, la «intact dilation and extraction» (Idx o D&X) corrisponde maggiormente a quella che la propaganda pro-life definisce aborto a nascita parziale.
Tecniche note
- Dilation and evacuation (D&E): procedura terapeutica che avviene generalmente dopo un aborto spontaneo, per prevenire una infezione, assicurando che l'utero sia completamente evacuato;
- Early labor induction (induction abortion): induzione del travaglio con o senza metodi farmaceutici, metodo molto diffuso nei paesi occidentali;
- Intact dilation and extraction (IDX or D&X): la cosiddetta partial birth abortion - non è oggetto della nuova legge approvata recentemente – il feto resta parzialmente all'interno dell'utero e la testa viene ridotta di diametro mediante una puntura o una pinza, le altre procedure previste non sono meno invasive;
- Hysterotomy abortion: molto simile ad un cesareo, consiste nell'apertura dell'utero mediante incisione addominale, in modo da rimuovere il feto, viene eseguita assieme ad una anestesia generale. Questo metodo implica il maggior rischio di complicazioni, è applicato infatti solo in casi estremamente rari.
Quei bambini uccisi appena nati nelle cliniche americane
La confusione riguardo al «late-term abortion» è alimentata da molte voci distorte e parziali provenienti dalla propaganda pro-life americana, giunte fino ai media nostrani. Questo succede già da diversi anni. Nel 2015 il deputato americano Trent Franks affermò in una intervista al sito anti-abortista LifeNews che 18 mila bambini all'anno verrebbero uccisi alla nascita, attraverso l'aborto eseguito dopo le 20 settimane (late-term abortion): «Bambini innocenti e senza difese che sentono tutto il dolore fisico di quanto si sta loro facendo ma che in molti casi sopravvivono anche fuori del grembo materno e che vengono uccisi senza neanche il minimo di anestesia». Inoltre questi bambini sarebbero tutti «perfettamente sani». Tutto questo però, come abbiamo visto, non corrisponde precisamente alla reale procedura eseguita dai medici. Un anno dopo le affermazioni di Franks vanno oltre, sostenendo che molti aborti verrebbero eseguiti per ragioni razziali o di genere. Le sue frasi condite da statistiche limitate o mal interpretate, sono state già abbondantemente smontate dai colleghi di Politifact.
Fact checking e riepilogo delle principali affermazioni trovate in rete
L'informazione distorta che viene comunicata – mediante omissioni e imprecisioni - è più o meno la seguente: nello Stato di New York sarebbe permesso abortire anche al nono mese di gravidanza, mediante una tecnica che uccide di fatto il neonato, a prescindere dalle circostanze dovute alla sua salute o a quella della madre. Analizziamo ora i principali argomenti contro la legge approvata dallo Stato di New York che circolano nei post pubblicati sui Social media.
«L'aborto a nascita parziale»
Traduzione di «partial birth-abortion», il termine che non esiste nei manuali di medicina, dove si usa invece la definizione «intact dilation and extraction», può riguardare casi molto diversi quanto rari, anche quando è già avvenuto un aborto spontaneo.
«Per festeggiare la punta dell'Empire State Building è stata illuminata di rosa»
C'entra relativamente poco col fatto in sé, ma da una cifra della faciloneria con cui le informazioni vengono distorte in rete. In realtà è stata illuminata di rosa la punta del One World Tride Center. Probabilmente tutto parte da un errore del sito Gothamist, poi corretto.
«La nuova legge dello stato di New York prevede…»
«La nuova legge dello stato di New York prevede la possibilità di abortire in questo modo fino al nono mese, il bambino, infatti, finché è nella pancia, fino a un secondo prima della nascita, non è considerato una persona»
Detta in questi termini si perde un messaggio importante: non è una pratica che poteva essere concessa a prescindere e non riguarda implicitamente la legge in questione. Si tratta di concedere delle procedure sanitarie estreme per tutelare la vita della madre o per gravissime complicazioni al feto. Più precisamente il «late-term abortion» può riguardare anche casi estremi in cui ai feti sono state diagnosticate malattie o anomalie gravi. Vengono ridotti inoltre i rischi di gravi traumi nella madre, come le «lacerazioni cervicali».
«Quindi basta lasciare dentro all'utero la testa e si buca con…»
«Quindi basta lasciare dentro all'utero la testa e si buca con una forbice, successivamente si aspira il cervello. Il piccolino si dimena disperatamente, ma tanto non è una persona, che ce ne frega!»
Questo riguardava il metodo della «intact dilation and extraction». Non c'entra la condizione «negata» di persona, le alternative sarebbero state ben peggiori.
Cosa gli anti-abortisti non dicono
Ricordiamo in conclusione che la pratica impropriamente detta dell'aborto a nascita/parto parziale, che si potrebbe utilizzabile solo in rari casi, non riguarda la sostanza della «riforma» attuata recentemente nello stato di New York. Al netto di una certa propaganda dobbiamo prendere invece in considerazione l'autentico oggetto della legge: l'aborto in generale, che potrà essere praticato anche da infermieri e ostetriche.