Nogarin pensa alle Europee: «Di Maio non mi ha chiesto di ricandidarmi come sindaco»
La sua vittoria a Livorno era stata clamorosa, dopo 68 anni di dominio della sinistra. Beppe Grillo aveva festeggiato il neo-sindaco di Livorno Filippo Nogarin dicendogli «Bravo Belin, ora mi devi 50 euro», tanto credeva nella sua capacità di vincere al ballottaggio. Adesso invece mentre a Roma il comico genovese incontra Davide Casaleggio e Luigi Di Maio, Nogarin è nella Capitale per partecipare a una riunione dell’Anci ma dice di non sapere nulla del vertice all’hotel Forum: «Guardi, lo apprendo da lei». In cinque anni la distanza dai vertici del Movimento 5 Stelle è cresciuta: «Vuole sapere se Di Maio mi ha chiesto di ricandidarmi a sindaco? No». Ora quello che è stato uno dei primi sindaci pentastellati, ha deciso di candidarsi alle elezioni europee.
Vedremo il suo nome tra quello dei candidati online o sarà uno dei capolista scelti da Di Maio?
«Io mi aspetto di essere uno dei tanti che parteciperà alle Parlamentarie (le candidature si chiudono il 25 febbraio, ndr). Questo lo do quasi per scontato. Mi sono sempre occupato di porti e infrastrutture, penso di poter dare un contributo in questo settore al Parlamento europeo e di continuare il lavoro che in questi cinque anni hanno fatto tutti coloro che sono a Bruxelles che mi auguro continueranno a esserci»
Se non dovesse essere eletto cosa farà?
«Beh è una possibilità e in quel caso io torni a fare l’ingegnere. Ripartirò da zero, non sono un dipendente che tornando al lavoro rientra il giorno dopo; devo ricostruirmi un percorso forte di un’esperienza di cinque anni come amministratore»
Cosa ha imparato?
«Sicuramente a non mollare mai e tenere al centro i rapporti umani e l’individuo. Fare il sindaco ti porta ad avere a che fare con molte questioni tecniche e amministrative. Restiamo umani, mi viene da dire».
Restiamo umani è anche il titolo dell’appello firmato contro le politiche sull’immigrazione del governo Lega-5 Stelle. Che fa, torna ad attaccare il governo dopo le recenti critiche sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini?
«Non si può affrontare un tema complesso come l’immigrazione con soluzioni semplici che non riguardano solo il governo, ma hanno a che fare anche con i trattati internazionali e i rapporti con gli altri Stati. Bisogna trovare un equilibrio che non è necessariamente un compromesso».
Quest’estate aveva detto di essere pronto ad aprire il porto di Livorno all’Aquarius, ma poi aveva cancellato il post su Facebook per «non danneggiare il governo». Ha cambiato idea?
«La competenza dei porti non appartiene a un sindaco. Lì c’era più un aspetto politico. Livorno ha nel suo Dna una forza di accoglienza che è insita nella storia della città. Questo volevo esprimere con quel post ma non voleva assolutamente essere altro».
Il Movimento 5 Stelle ora è in un’altra fase rispetto alle origini: migliore o peggiore?
«La posizione dei sindaci 5 Stelle non può che essere quella che abbiamo assunto, ma non è una posizione contro qualcuno. Stiamo dicendo ‘guardate che i sindaci sono ogni giorno esposti a provvedimenti di natura amministrativa e penale: ci siamo noi in prima linea’. Se c’è una figura che deve essere al centro all’attenzione, è il cittadino. E di conseguenza, i sindaci che hanno grandi responsabilità ma non il pieno governo delle situazioni. I sindaci devono essere parte integrante del processo (decisionale, ndr)»
Si riferisce anche agli avvisi di garanzia che ha ricevuto?
«Dopo ogni evento calamitoso (per l’alluvione del 2017 è indagato per omicidio colposo plurimo, ndr) scatta l’avviso di garanzia per il sindaco. Quasi ogni giorno un sindaco rischia o l’omissione di atti d’ufficio o l’abuso di atti d’ufficio. Io sono assolutamente cosciente della mia innocenza e non temo il giudizio».
Come giudica la rinnovata attenzione per il territorio e gli esponenti locali annunciata sul Blog delle Stelle dopo le elezioni in Abruzzo e il possibile superamento del limite dei due mandati?
«Il Movimento è cresciuto in tempi rapidissimi, Sono molto contento delle parole usate da Luigi Di Maio per l’attenzione rivolta ai sindaci. perché in qualche modo si va a riprendere il lavoro fatto dai 5 Stelle: non dimentichiamoci che siamo partiti dai consigli comunali. Non sono invece favorevole al superamento del limite dei due mandati, anche se capisco possa essere un modo per evitare che ci siano candidati solo per le cariche più alte, e non per i consigli comunali».