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Stati Uniti, un’altra sposa dell’Isis vuole tornare a casa. Il no di Pompeo:«Non è cittadina americana»

21 Febbraio 2019 - 17:02 Redazione
Dopo Londra anche Washington ha deciso di respingere le giovani jihadiste pentite di essersi unite allo Stato Islamico

Hoda Muthana è volata in Siria nel 2014 per unirsi allo Stato Islamico. Con l’avvicinarsi della sconfitta dell’Isis, Hoda vive ora in un campo profughi curdo con il suo bambino di diciotto mesi e ha un solo desiderio: tornare negli Stati Uniti. Ma per Mike Pompeo Hoda non è una cittadina statunitense. «Ho chiesto al Segretario di Stato Mike Pompeo, e lui è pienamente d’accordo, di non lasciare che Hoda Muthana torni nel Paese!», ha scritto Donald Trump su Twitter. In un’intervista rilasciata al The Guardian Hoda Muthana si è dichiarata pentita e di non aver pienamente compreso la sua religione. «Eravamo nell’età dell’ignoranza all’epoca… credevamo che la jihad, se la volete chiamare così, fosse la cosa giusta da fare in nome di Dio». Ma la questione del suo rimpatrio è complicata. Secondo Pompeo la richiesta di Hoda non avrebbe basi legali. La ragazza 24enne è nata negli Stati Uniti, in New Jersey, da genitori yemeniti mentre il padre si trovava in missione diplomatica nel 1994. Cresciuta in Alabama, secondo l’amministrazione Trump Muthana non sarebbe soggetta allo ius solis, ovvero al diritto di cittadinanza acquisito nel caso di nascita sul suolo americano.

Secondo l’Immigration and Nationality Act, i figli di diplomatici non sono soggetti alla legge americana e di conseguenza non sono considerati automaticamente cittadini americani. Ma per Hassan Shibly, legale della famiglia, «il padre non era più un diplomatico al momento della nascita della ragazza». La decisione di Pompeo risulta però in netto contrasto con le ultime affermazioni del Presidente Donald Trump che, rivolgendosi all’Europa, ha minacciato di rilasciare i miliziani dell’Isis, prigionieri della coalizione delle Forze Democratiche Siriane a guida USA. La questione dei rimpatri dei giovani foreign fighters partiti per unirsi allo Stato Islamico all’inizio della guerra è un interrogativo per tutta l’Europa. Negli ultimi giorni anche il Regno Unito sembra essersi allineato alla politica americana, rifiutando di rimpatriare Shamima Begum, 19enne partita per la Siria nel 2015, e di revocarle la cittadinanza. Secondo la Commissione Europea, più di 42000 foreign fighters si sono uniti a organizzazioni terroristiche tra il 2011 e il 2016, di cui 5mila dall’Europa. Circa 850 militanti dell’Isis sono ora prigionieri in Siria della forze a guida USA.

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