Il prezzo di essere Harry Potter, Daniel Radcliffe confessa di essere stato un alcolista
Harry Potter è stata la prima fiaba del terzo millennio. 500 milioni di copie vendute in tutto il mondo, la saga cinematografica con più incassi nella storia, una traduzione in 80 lingue tra cui anche latino e greco antico. Quando Daniel Radcliffe è diventato il volto di questo impero aveva 11 anni. Nel 2000 ha superato i provini per il ruolo di Harry Potter, un anno dopo è uscito il primo film: Harry Potter e la pietra filosofale. Un successo improvviso per Radcliffe che ora, in un’intervista a Off Camera, programma condotto da Sam Jones, rivela per la prima volta quanto sia stato difficile sopportare il peso di tutte quelle aspettative: «Per gestire la fama sono stato alcolista per anni, mi ubriacavo. Era il modo più semplice per dimenticare di essere osservato in continuazione». La saga di Harry Potter è durata fino al 2011, quando è uscita la seconda parte de I doni della morte. Dieci anni di cartelloni, interviste, fotografie e fan che ti fermano ovunque: «Penso si sappia che alla fine della mia adolescenza avevo qualche problema. Cercavo di andare in posti dove non mi sarei sentito osservato». E la risposta a questa situazione è diventata l’alcool: «Quando sei davvero molto ubriaco ti rendi conto che le persone ti osservano ancora più attentamente, proprio perché hai bevuto. E allora bevi ancora di più. Tutto ciò ha un grosso impatto sulla tua psiche».