Le offese dei no-vax al bimbo immunodepresso: «I suoi genitori pagati per difendere i vaccini»
I genitori di Fabio?«Sono attori pagati profumatamente per diffondere bufale» sui vaccini e «non vedono l'ora di liberarsi del figlio». Scegliereè difficile, in quel mare di disumanitàche si è aperto sul gruppo Facebook "Libera scelta vaccini". Ma fra tutti sono proprio questi i commenti peggiorialla storia del bambino immunodepressoche non può tornare a scuola – nel quartiere San Giovanni, a Roma -perché su un centinaio di studenti 24 non sono vaccinati. Il bambinosi chiama Fabio, ha 7 anni e mezzo, e da 10 mesi lotta contro la leucemia insieme ai suoi genitori.
Per loro, i no vax, non hanno alcuna pietà. Anzi: li accusano«di non guardare in faccia nessuno», di essere vittime «dei poteri forti, che giocano con le paure dei genitori e la salute dei figli», di aver imposto con «violenza» i vaccini ai compagni di classe. «Conosco la situazione perché nella classe di questo bimbo (Fabio, ndr)c'è la figlia di una mia amica e non potete capire la violenza che tante mamme hanno avuto nella chat di classe».
Tutte bugie. Sara, la mamma di Fabio, ha raccontato a Open la sua versione:«Ho chiesto agli altri genitori di inviarmi i certificati vaccinali dei figli e qualcuno mi ha detto che non l'avrebbe fatto per questioni di privacy. Allora ho chiesto di farmi inviare una dichiarazione scritta dai pediatri, ma in molti casi non ho avuto risposta». Indifferenza e cattiveria. Sul "Gruppo nazionale libera scelta sui vaccini" una donna ha accusato velatamente Sara di essere un'attrice:«Ho guardato la madre e mi sembra davvero inquietante. Nessuna espressione sul viso mentre parlava dei problemi del figlio».
L'avvocato della famiglia, Emiliano De Rossi, ha fotografatotutti i commenti, raccogliendoli in una cartellina chepresenterà alle forze dell'ordine. Chi ha scritto falsità e cattiveriesarà querelato:«Vogliamo solo garantire al bimbo il rispetto del suo diritto alla salute e all'istruzione – ha scritto a Open -.I vili e sconsiderati attacchi perpetrati anche via web ai danni dei genitori saranno perseguiti nelle sedi opportune. Non ci fermeremo finché non otterremo giustizia».