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Marco Bellezza non è l’avvocato di Facebook. Nessun conflitto per il consigliere di Di Maio

24 Febbraio 2019 - 14:26 David Puente
Il consigliere giuridico di Luigi Di Maio sul copyright è stato accusato di conflitto di interessi perché ha difeso Facebook in tribunale. Ma le cose non stanno proprio così

In questi giorni si parla di un presunto conflitto di interessi che riguarderebbe Marco Bellezza, il consigliere giuridico per le comunicazioni del Governo gialloverde. Già avvocato per conto di Facebook in diverse cause, Bellezza si è occupato del dossier sulla direttiva europea sul Copyright, di particolare interesse per piattaforme social come appunto Facebook. Si può parlare di conflitto di interesse? No. Marco Bellezza non è l'avvocato di Facebook. Nessun conflitto per il consigliere di Di Maio foto 5

Il profilo Linkedin di Bellezza con le date di inizio e fine lavoro presso lo studio legale che difendeva Facebook.

A tener banco sono le recenti sentenze dove Marco Bellezza risulta essere avvocato del colosso social, come quella del 20 febbraio 2019 sul caso Mediaset dove Facebook è stata condannata a seguito della pubblicazione di link a contenuti protetti, ma c'è un problema: Marco Bellezza lavorava per conto dello studio legale Portolano Cavallo,incaricato da Facebook, studio e ruolo che ha lasciatoa seguito della nomina al MISE.

Se Marco Bellezza risultasse ancora oggi come avvocato presso lo studio legale che si occupa del cliente Facebook, allora potremmo parlare di conflitto di interessi. Avendo lasciato i suoi precedenti incarichi, l'attuale attività al MISE risulta legittima.

Qualche documento

La sentenza 3512del processo Mediaset-Facebook (del 30 gennaio 2019 e depositata il 15 febbraio 2019) è stata resta nota al pubblico solo di recente – come leggiamo dal comunicato stampa della società di Cologno Monzese il 20 febbraio 2019 – e riporta il nome del consigliere del MISE accompagnato a un altro.Ecco la prima pagina della sentenza dove viene citato l'avvocato Marco Bellezza come rappresentante del cliente Facebook insieme all'Avv. MicaelMontinariper lo studio Portolano Cavallo:

Facebook Inc. e Facebook Ireland Limited, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore, elettivamente domiciliate in Roma alla via Santa Maria in Via n.12, presso lo studio degli Avv.ti Micael Montinari, che le rappresenta e difende unitamente all'Avv. Marco Bellezza in forza di procura in atti

Marco Bellezza non è l'avvocato di Facebook. Nessun conflitto per il consigliere di Di Maio foto 3

Dal sito della Presidenza del Consiglio leggiamo il curriculum dell'avvocato Marco Bellezza datato 11 luglio 2018 dove riporta dal 2016 ad oggi la sua attività professionale presso lo studio Portolano Cavallo di Roma, rassegnando le dimissioni(su Linkedin leggiamo da luglio 2018) per assumere l'incarico, a partire sempre da luglio 2018, di consigliere giuridico del vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio. Prima, dunque, della sentenza.

Marco Bellezza non è l'avvocato di Facebook. Nessun conflitto per il consigliere di Di Maio foto 4

Il curriculum di Bellezza dell'undici luglio 2018

Il processo Mediaset-Facebook è andato in decisione il 21 giugno 2018, settimane prima delle sue dimissioni e la presa in carico presso il MISE.

Gli interventi a favore di Bellezza

In difesa del cosiddetto «avvocato di Facebook» sono intervenuti anche Stefano Quintarelli, ex parlamentare ed esperto informatico, facendo notare – oltre alle critiche sul conflitto di interesse – che prima del nuovo incarico Marco Bellezza aveva abbandonato lo studio legale che si occupava delle cause citate dalla stampa:

Non "sia" ma "sia stato".

"di Facebook e di editori".

Si, è normale
che un consigliere giuridico sia avvocato e
che un avvocato abbia avuto clienti (anche con interessi opposti)
prima di abbandonare lo studio e lavorare al ministero.

M5s ha tante colpe, ma non questa

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Ad intervenire c'è stato anche Sergio Boccadutri, già deputato del Partito Democratico:

scusa ma qualcuno ha verificato quando è stata l’ultima udienza della causa? quella in cui, per intenderci, la questione “è andata in decisione” e quando ancora Bellezza non aveva incarichi al Mise? Le sentenze possono arrivare mesi e mesi dopo queste udienze.

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