Quando Borghezio voleva vendere la Sardegna per saldare il debito pubblico
Correva l’anno 2012: il primo ministro era Mario Monti, la Lega era ancora Lega Nord e lo scandalo dei diamanti e dei rimborsi elettorali era appena scoppiato. Lo spread, parola fino a quel momento sconosciuta ai più, era sulla bocca di tutti e il debito pubblico sfondava il tetto dei 2 mila miliardi di euro. Un’altra Italia (debito a parte), un’altra Lega, con la Padania nel cuore e un’avversione mai celata per le regioni del Sud, Sardegna compresa. Tant’è che nel 2012 Mario Borghezio, già europarlamentare leghista, propose la sua personalissima soluzione alla crisi economica.«Fossi al posto del premier Monti – disse Borghezio, ospite di un talk show di Klaus Davisu YouTube– venderei la Sicilia agli Usa o a qualche pool di miliardari russi o americani.Metterei sul mercato anche Napoli e la Sardegna. Con quei soldi potremmo alleggerire il nostro debito che, tra l’altro, mica l’han fatto gli operai della Fiat o i piccoli imprenditori del Veneto o del Nord est. L’hanno fatto loro, con le loro pensioni facili di invalidità, con gli amici politici, con le loro mafie, il loro assalto alla diligenza, le loro finanziarie che ogni anno spolpavano un pò di più le casse dello Stato».
Sette anni dopo, è cambiato tutto. Dopo l’Abruzzo, il centrodestra sfonda anche in Sardegna, dove Matteo Salvini ha condotto un’intensa campagna elettorale: prima ha appoggiato la protesta dei pastori, poi ha passato una settimana sull’isola, facendosi anche fotografare con una nota birra locale. Con l’11%, la Lega è il secondo partito più votato dopo il Pd. Per alcuni commentatori, si tratta di un risultato al di sotto delle aspettative, ma è comunque un risultato storico: prima d’ora la Lega non era mai entrata nel Consiglio regionale sardo.