Al via i tirocini per la formazione degli insegnanti di sostegno, aperti anche a neolaureati
Tornano i tirocini formativi di sostegno. Il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, ha avviato il primo dei tre bandi per i cosiddetti Tfa, i Tirocini formativi attivi che specializzeranno 40 mila insegnanti di sostegno in tre anni. I corsi saranno affidati alle università italiane e, per l'anno accademico 2018-2019, i posti disponibili saranno 14.224. «Il sostegno è un problema annoso, lo stiamo affrontando con serietà e con una visione di lungo periodo», afferma il ministro Bussetti.
Un decreto del 21 febbraio ha fissato le date di svolgimento dei test preliminari di accesso: si terranno la mattina del 28 marzo per la scuola dell’infanzia, il pomeriggio dello stesso giorno per quella primaria, la mattina del 29 marzo per la secondaria di I grado e il pomeriggio dello stesso giorno per quella di II grado.
«Abbiamo già 15 mila insegnanti precari, persone escluse dai ruoli che continuano a fare i supplenti da almeno sei anni: ne andiamo ad aggiungere altri 14 mila che non potranno essere assunti», denuncia il presidente dell'Anief, l'Associazione nazionale insegnanti e formatori, Marcello Pacifico. Dal 2012 «non si riaprono più le graduatorie di esaurimento. Questo atto del ministro Bussetti è il terzo ciclo di Tfa che viene fatto per specializzare sul sostegno. Negli ultimi sei anni abbiamo quindi fatto tre cicli e non abbiamo potuto assumere nessuno degli specializzati, perché le graduatorie a esaurimento non si sono aperte e questo personale non ha potuto essere stabilizzato, al netto di chi vinceva il concorso».
Su Orizzonte scuola, la pubblicazione delle date dei test preliminari per accedere ai corsi di specializzazione sul sostegno ha scatenato le richieste relative agli argomenti da studiare: non solo per il test, ma anche per la prova scritta e per quella orale. Dopo il superamento delle prove, inizieranno i tirocini: saranno organizzati da varie università, prevalentemente pubbliche e poche private. Il costo oscilla dai 3 mila ai 4 mila euro.
«Non c'è corrispondenza tra posti vacanti e disponibili – secondo il ministero – e l'offerta formativa da parte degli atenei», spiega a Open il presidente dell'Anief Marcello Pacifico. 14 mila posti «sono stati distribuiti in tutta Italia tra i vari atenei in base alla disponibilità della singola università, non in base alle esigenze dei vuoti in organico. Quindi abbiamo regioni come il Piemonte dove sono stati affidati solo 200 posti. Regioni come le Marche a cui sono stati affidati 1300 posti. È evidente dai dati che noi abbiamo in possesso, anche del ministero, che posti vacanti ci sono sia in Piemonte che nelle Marche».
Le critiche sono anche sui numeri: «Il provvedimento parla di 40 mila posti totali, ma ne stanno partendo solo 14 mila, e questo non corrisponde ai posti vacanti in organico», dice Pacifico a Open. «I posti dati in supplenza ogni anno sono più di 45 mila. Di questi, una parte viene data a personale non specializzato. Quindi un numero così ridotto, 14 mila, non ha senso. E va a ledere il diritto degli studenti ad avere insegnanti specializzati».
Foto Facebook/ANIEF Associazione Nazionale Insegnanti E Formatori
E poi c'è la questione del numero, in aumento, degli alunni con handicap certificato. Oggi «sono quasi 300 mila in tutta Italia, di cui 100 mila ogni anno hanno un insegnante diverso, visto che 50 mila insegnanti su 150 mila sono chiamati come supplenti. Quasi il 40%», aggiunge Pacifico. «Gli alunni non hanno la continuità didattica necessaria. Ogni anno il numero degli alunni con handicap certificato sale tra le 6 e le 8 mila unità, a volte 10 mila. Se il ministro volesse fare una seria programmazione, dovrebbe programmare altri 30 mila posti oltre ai 40 mila previsti. Da 15 anni l'Istat certifica che il numero degli studenti bene o male resta tale: 8 milioni e mezzo erano 15 anni fa e tali sono ora, il numero degli alunni con disabilità è più che raddoppiato».
Risale a due anni fa l'ultimo Tfa sul sostegno. Quest'anno, per la prima volta, il test sarà accessibile anche ai neolaureati – non ancora abilitati all'insegnamento – che abbiano ottenuto nel loro percorso universitario 24 crediti formativi in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. Insieme a loro potranno iscriversi alla prova anche i laureati non abilitati con tre anni di servizio a scuola e i docenti tecnico-pratici, gli Itp. I laureati in Scienze della formazione primaria e i diplomati magistrali, invece, possono accedere ai test per elementari e materna.
«I precari storici con esperienza di insegnamento potrebbero essere scavalcati da chi esperienza non ne ha», spiegano da Anief. I precari della scuola, in particolare quelli in Terza fascia, confutano il fatto che si possa affidare il sostegno di un ragazzo con difficoltà di apprendimento a laureati che però non hanno esperienza nell'insegnamento. Criticato anche il fatto che la prima prova arrivi ad appena un mese di distanza dal decreto. «Proseguiremo con i cicli di Tfa nei prossimi due anni», assicura Bussetti. Ma «Avviare nuovi tirocini quando nelle graduatorie di seconda fascia ci sono 50 mila specializzati nel sostegno non utilizzati è un controsenso», conclude il sindacato Anief.