Chi è Christian Solinas, il nuovo governatore della Sardegna
Ha 42 anni ed è un cagliaritano doc il nuovo presidente della Regione Sardegna. È stato eletto in Senato il 4 marzo scorso con la lista Lega-Partito d’azione Sardo, di cui è segretario. Alle regionali del 2014, il partito aveva portato a casa il 4,7%. «Mi dimetterò da senatore, sì», annuncia, commentando ai microfoni del TgLa7 la vittoria alle regionali. Il suo posto a palazzo Madama andrà a Lina Linesu della Lega, sempre candidata col Psd’Az e già consigliera regionale per Forza Italia,
A volere Solinas come candidato del centrodestra è stato il leader della Lega, Matteo Salvini. Anche in terra sarda il centrodestra si è presentato unito come già in Abruzzo, con l’alleanza con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e con Forza Italia di Silvio Berlusconi.
La coalizione che lo ha portato alla vittoria è formata da 11 liste tra cui, tra ‘altro, l’Udc. L’alleanza tra partito sardo d’Azione e Lega risale all’anno scorso, come ricordato dal ministro degli Interni oggi in televisione. Allora, insieme, avevano raggiunto l’11%, stasera hanno raddoppiato il risultato. Il Partito Sardo d’Azione ha quasi 100 anni – 98 – e nel suo statuto resta ancora oggi l’obiettivo di «condurre la Nazione Sarda all’indipendenza».
Non è la prima volta in Regione per Solinas: in passato è stato consigliere, nelle precedenti due legislature, ed è stato assessore ai Trasporti nella Giunta di Cappellacci, presidente della Regione Sardegna da febbraio 2009 a marzo 2014. Già presidente dell’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio universitario di Cagliari, e laureato in Giurisprudenza a Sassari (nel 2018), è un ex democristiano di fede cossighiana. Su di lui, in questi giorni, si è scritto di tutto.
A cominciare dall’accusa di essere il «Trota sardo», per aver vantato (prima di quella di Sassari) una laurea al Leibniz Business Institute del New Mexico, gemellato con la Romania: un istituto non riconosciuto dal ministero dell’Istruzione italiano.
L’altra accusa mossa al neogovernatore è quella di aver causato il fallimento, quando era assessore sardo ai Trasporti, della società regionale che gestiva i collegamenti con la Corsica e le isole minori, la Saremar, portandola ad affittare traghetti per fare concorrenza alle grandi compagnie sulle rotte del mar Tirreno.