Di Maio: «Il M5S non è morto. Resto capo politico del Movimento»
Parte dalle elezioni regionali in Sardegna Luigi Di Maio, per dire che «il Movimento 5 Stelle non è morto» in una conferenza stampa convocata repentinamente alla Camera, ovviamente accompagnata da una diretta Facebook. «Le amministrative non hanno alcuna conseguenza per il governo», sostiene il vicepremier che si difende anche dai retroscena apparsi su alcuni quotidiani relativi alle divisioni interne. «Con Grillo non c’è alcun problema, ci sentiamo spesso. L’ho sentito 10 minuti fa». Il vicepremier nega qualsiasi crisi post amministrative e parla per un’ora, mentre contemporaneamente Matteo Salvini annuncia la partenza per incassare il risultato elettorale in Sardegna.
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Al ministro dell’Economia Tria che ieri ha criticato l’incertezza sulla Tav dice: «Ogni ministro può esprimere opinioni personali, ma poi c’è un contratto di governo che devo far rispettare». Poi una risposta anche al senatore di Forza Italia Antonio Saccone che in aula ha mostrato un gilet arancione con la fotografia del vicepremier: «Sono orgoglioso di avere lavorato come steward».
Le nuove regole dei 5 Stelle saranno ufficializzate dopo una discussione interna di una settimana nell’area di ascolto sulla Piattaforma Rousseau e relative votazioni online, oltre che dopo un confronto tra i parlamentari. Ma il capo politico M5S anticipa le principali novità: togliere il limite dei due mandati per chi ha fatto il consigliere comunale (ma probabilmente non per i sindaci) e aprirsi alle liste civiche.
Il dibattito sarà sulla riorganizzazione territoriale ma non sul ruolo del capo politico: è lo stesso Di Maio a ricordare che il suo mandato alla guida M5S non scade a breve e dura in totale 5 anni. E sulla misura simbolo dei 5 Stelle dice: «Da fine aprile parte il reddito di cittadinanza. Prima chiudiamo la partita dei navigator, meglio è. I navigator li assumiamo all’Anpal con una selezione veloce, e dopo le Regioni avranno i soldi per fare i concorsi per assumere altre 6mila persone».
Questo pomeriggio ci sarà un nuovo vertice di governo tra il presidente del Consiglio Conte e i due vicepremier per provare a dare un segnale di compattezza nonostante lo slittamento di temi «caldi» per la maggioranza: l’autonomia regionale, la linea Torino-Lione, Alitalia e la conversione del ddl sulla legittima difesa.