Reddito di Cittadinanza e l’emendamento sul «Grande Fratello dei poveri»
Dopo lapubblicazione del sito internet del Reddito di Cittadinanza, il Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, aveva pubblicatouna memoriasul sito ufficiale dell'Autorithy dove elencava cinque punti critici del decretone, in particolar modo quello relativo al monitoraggio sull'utilizzo della Carta del RdC, «determinando così un’intrusione sproporzionata e ingiustificata su ogni aspetto della vita privata degli interessati», i cittadini. Una sorta di«Grande Fratello dei poveri» che andava messo assolutamente in discussione, e così è stato.
Oggi al Senato, l'emendamento3.800 proposto dal Governo e approvato in aula,recepisce in qualche modo le critiche dell'Autorità garante impegnandosi a sentire il suo parere:
3.800
Il Governo
Al comma 15, sostituire le parole: «Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite le modalità con cui, mediante il monitoraggio delle spese effettuate sulla Carta Rdc», con le seguenti: «Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, da adottarsi entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite le modalità con cui, mediante il monitoraggio dei soli importi complessivamente spesi e prelevati sulla Carta Rdc».
In pratica, a parte l'impegno del Governo a sentire prima il parere dell'Autorità garante,il monitoraggio delle spese effettuate sulla Carta Rdcnon avverrà più per ogni singola spesa, ma per«i soli importi complessivamente spesi e prelevati». Pare dunque allontanarsi lo spauracchio del«Grande Fratello dei poveri», ma resta l'impegno di un monitoraggio che ad oggi verrà spogliato di un mezzo che doveva permettere al Governo di controllare «le spese all'Unieuro» – citando ilsottosegretario all’Economia Laura Castelli (M5s) – e quelle spese ritenute«immorali» dall'esecutivo pentastellato.