Un ragazzino di 14 anni ha costruito un reattore a fusione nucleare?
Tutto vero dunque, un minorenne in una camera messa a disposizione dai genitori e adibita a laboratorio, avrebbe innescato un processo di fusione nucleare. Forse in America è permesso a chiunque costruire dei «reattori nucleari»? Niente di tutto questo, e per quanto sia lodevole generare un fenomeno del genere a meno di 13 anni, non ha niente di straordinario. Il nome del sito in cui il giovane Jackson Oswalt ha annunciato i suoi risultati è già un indizio: «Fusor.net», infatti quel che il ragazzo ha realizzato non è un «reattore» ma un «Fusore di Farnsworth-Hirsch». Ad oggi non esiste un reattore a fusione in grado di produrre energia a livelli industriali.
Indice:
Jackson Oswalt non è stato il primo «ragazzo prodigio»
Il primo ragazzo di 14 anni a realizzare un processo di fusione è stato l’americano Taylor Wilson nel 2008. Utilizzò una variante del «fusore» denominata Iec (inertial electrostatic confinement). Il ragazzo presentò il suo apparecchio al presidente Barack Obama nel febberio 2012 e raccontò la sua esperienza nel marzo dello stesso anno ad una conferenza Ted.
Wikimedia|Taylor Wilson presenta il suo fusore al presidente Obama
Un «reattore nucleare» nella cameretta?
Il fusore è un acceleratore di particelle di piccole dimensioni, riesce a fondere assieme gli atomi e può anche fungere da sorgente di neutroni, magari per altri esperimenti coi radioisotopi. La sua potenza netta è praticamente «nulla». Questo strumento necessita molta più energia di quella ottenuta con la fusione. Anche la definizione di «reattore nucleare» risulta quindi fuorviante. Bastano 10 mila dollari e conoscenze tecniche di base per poterne costruire uno nella propria cameretta. Del resto Oswalt spiega nella sua relazione di aver prodotto scarsa energia utilizzando degli atomi di deuterio (isotopo dell’idrogeno).
Wikimedia|Il fusore di Jackson Oswalt
Come funziona la fusione nucleare?
A distanze estremamente ravvicinate i nuclei atomici possono fondersi, rilasciando energia. Il problema è che se vogliamo ottenere un bilancio positivo, producendo energia in larga scala, ad oggi la fusione nucleare è ancora un traguardo impossibile da raggiungere, con buona pace di chi sostiene di aver costruito dei sistemi a «fusione fredda». Diverso è invece il processo di «fissione», attualmente utilizzato per produrre energia, consistente nel scindere gli atomi.
Altre «confusioni nucleari»
Sono circolate negli ultimi due anni anche bufale riguardo la possibilità di trasportare bombe nucleari in una valigetta, ma «l’atomica miniaturizzata» che si supponeva possedesse il Governo nordcoreano è pura leggenda, anche la definizione di «nucleare miniaturizzato» è stata pesantemente fraintesa, e non c’entra niente con la possibilità di realizzare dei piccoli processi di fusione in laboratorio.
La fusione è possibile dagli anni ’30
Fin dai primi anni ’30 a partire dagli esperimenti di Ernest Rutherford è possibile realizzare dei processi di fusione nucleare, magari bombardando dei bersagli di deuterio. Resta sempre il problema del bilancio negativo: si spende più energia di quanta viene prodotta. Un rilascio energetico di una certa rilevanza fu ottenuto negli anni ’50 dai paesi che cominciarono a dotarsi di tecnologia nucleare, principalmente Stati Uniti e Unione Sovietica, ma con scarsi risultati.
Le grandi aspettative del progetto Iter
Forse non mancano troppi decenni dalla produzione di energia nucleare mediante il processo di fusione. Basti pensare allo sforzo che si sta compiendo nell’ambito del progetto Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor). Diversi paesi stanno collaborando per realizzare a Saint Paul-lez-Durance nella Francia meridionale, il dispositivo di fusione magnetica più grande al Mondo, con la speranza di riuscire a produrre energia utilizzabile in larga scala, come possiamo leggere nel sito del progetto:
ITER sarà il primo dispositivo di fusione a mantenere la fusione per lunghi periodi di tempo. E ITER sarà il primo dispositivo di fusione per testare le tecnologie integrate, i materiali e i regimi di fisica necessari per la produzione commerciale di elettricità basata sulla fusione.
La realizzazione di questo esperimento coinvolge da 35 anni Cina, Unione europea, India, Giappone, Corea, Russia e Stati Uniti. L’avvicinamento degli atomi sarà possibile mediante l’utilizzo di un plasma contenuto nel sistema di fusione denominato «Tokamak».
La quantità di energia di fusione che un tokamak è in grado di produrre è un risultato diretto del numero di reazioni di fusione che si verificano nel suo nucleo. Gli scienziati sanno che più grande è il vaso, maggiore è il volume del plasma … e quindi maggiore è il potenziale per l’energia di fusione.