Facebook contro i no-vax: penalizzati i gruppi che fanno disinformazione sui vaccini
Contromisure in arrivo per fermare la disinformazione sui vaccini: un dirigente di Facebook, che preferisce restare anonimo, ha detto che il social network sta lavorando insieme a esperti di salute pubblica per decidere come togliere visibilità alle informazioni mediche errate. La decisione arriva dopo l’appello dei medici americani, che hanno chiesto a Zuckerberg di bloccare le notizie false, come quelle sulla correlazione tra vaccini e autismo.
L’intenzione, secondo quanto ha rivelato la fonte interna alla Cnn, non è quella di chiudere i gruppi no-vax, ma di elaborare nuovi algoritmi per non far più comparire nelle liste di pagine e gruppi consigliati quelli dove viene fatta disinformazione sulle vaccinazioni. Non solo, il social vorrebbe intervenire anche sulla homepage, facendo apparire per ultimi, in fondo alla pagina, i post chiaramente no-vax. Dopo le pressioni delle comunità di medici statunitensi e internazionali, Facebook potrebbe fermare anche le inserzioni che promuovono disinformazione in campo medico.
Le verifiche di Open
Basta scrivere la parola vaccininella barra per le ricerche del social network per capire a cosa si va incontro affidando la propria curiosità sul tema alla piattaforma. Il primo risultato è una pagina che propone «Un confronto e uno scambio di informazioni sulle vaccinazioni». Al suo interno, però, i contenuti sembrano più un monologo no-vax che un confronto : «Non riesce a respirare dopo il vaccino esavalente: il video virale di Nicola» .
Il secondo risultato della nostra ricerca mostra un’altra pagina pubblica, «Vaccini Basta». Più di 27 mila persone seguono video dai titoli allarmistici: «Questo bimbo sano è morto il giorno dopo aver ricevuto otto vaccini». O ancora: «Gardasil sta distruggendo le ovaie delle ragazze». Decine di migliaia le visualizzazioni e le condivisioni totali.
Fortunatamente la terza pagina con quasi 100 mila mi piace è «I vaccini e altri complotti leggendari»: una pagina satirica in cui vengono condivisi meme sui no-vax e notizie fondate, date da testate giornalistiche vere e autorevoli.