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«In Lombardia il bonus bebè discrimina stranieri e le fasce più povere»: la sentenza della corte d’Appello

27 Febbraio 2019 - 17:40 Cristin Cappelletti
La Regione ha stabilito che per beneficiare del bonus è necessario che entrambi i genitori risiedano da almeno cinque anni consecutivi in Lombardia. L'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione: «Queste misure erano finalizzate a escludere gli stranieri che hanno una mobilità maggiore dei cittadini italiani»

La corte d'Appello di Milano ha dichiarato illegittime e discriminatorie le norme sul bonus bebè varate dalla Regione Lombardia, perché escludono una parte dei cittadini stranieri che risiedono sul territorio. La delibera della Giunta Regionale dell'ottobre del 2015 limitava la platea dei beneficiari soltanto a chi risiede continuativamente da cinque anni sul territorio. La Regione ora dovrà pubblicare di nuovo i bandi.

La decisione della Regione Lombardia è stata impugnata dall'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione e da Avvocati per niente, secondo le quali l’introduzione del requisito dei 5 anni di residenza per entrambi i genitori non risponde ai criteri di ragionevolezza indicati dalla Corte costituzionale. «Queste misure erano finalizzate a escludere gli stranieri che hanno una mobilità maggiore dei cittadini italiani», commenta a Open Alberto Guariso l'avvocato che ha rappresentato le associazioni. «È possibile chiedere un requisito di radicamento territoriale ma senza esagerare. Bisogna rispondere sulla base del bisogno, non sulla base di un principio di appartenenza territoriale».

Nonostante i requisiti valgano sia per gli italiani che per gli stranieri, questi ultimi risultano i più colpiti. Molte famiglie straniere sono penalizzate dal meccanismo di ricongiungimento familiare, in quanto i genitori arrivano spesso in Lombardia in momenti diversi. «Stiamo seguendo un caso a Bergamo dove il papà, in Italia da 15 anni, pure in procinto di ottenere la cittadinanza italiana, non avrà accesso ad agevolazioni per l'affitto perché la moglie è arrivata "solo" nel 2014. I due figli sono nati e cresciuti a Treviglio, ma a causa dell'arrivo tardivo della madre la richiesta è stata respinta».

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