Rieletto il presidente della Nigeria, ma l’opposizione rifiuta il risultato
Muhammadu Buhari è stato rieletto presidente della Nigeria. La commissione elettorale nigeriana ha dichiarato che ha ottenuto la maggioranza dei voti, con una preferenza di almeno il 25 per cento in 24 Stati del Paese: criteri necessari per la rielezione. Buhari, che ha guidato il Paese sotto il regime militare negli anni ‘80, ha promesso che continuerà la linea dell’anticorruzione che gli ha permesso di vincere le elezioni già nel 2015. Durante questo voto, Buhari si è scontrato con più di 70 candidati, tra cui il suo principale rivale, Atiku Abubakar, ex vicepresidente ed eterno candidato.
Quest’ultimo è stato più volte accusato di corruzione, ma aveva promesso di creare posti di lavoro, un miraggio potente in un Paese con un’economia fragile che si sta lentamente riprendendo dalla recessione. Abubakar ha contestato i risultati delle elezioni, affermando che la commissione elettorale nigeriana avrebbe rimandato il voto, inizialmente previste per il 16 febbraio e tenutesi invece il 23, per permettere ai sostenitori di Buhari di falsificare il risultato. La bassissima affluenza alle urne è stata interpretata come un segno di protesta nei confronti di questo rinvio.
Il 23 febbraio, agli elettori della più grande economia dell’Africa è stato poi chiesto a più riprese di attendere perché i seggi tardavano ad aprire. Nel nordest, varie ong hanno riferito che autobus carichi di rifugiati interni (IDPs) nigeriani sono stati trasportati dai campi profughi alle stazioni di voto e pagati sei dollari per scegliere uno specifico candidato. Altre hanno riferito estremi ritardi e disfunzioni nei sistemi elettronici di voto. Le elezioni si sono tenute in un clima di insicurezza e tensione. Due ore prima dell’apertura delle urne, alle 8 di mattina del 23 febbraio, l’organizzazione terroristica Boko Haram aveva già mandato un chiaro promemoria della sua presenza nel Paese.
Nelle periferie di Maiduguri, dove è stata fondata l’organizzazione terroristica islamista, sono esplose bombe ed è stato aperto il fuoco. Nello stato del Rivers sono state uccise sei persone e un soldato. I residenti si sono rifugiati nelle loro case, alcuni erano troppo spaventati per votare. All’inizio, il governo si è mostrato reticente ad ammettere che Boko Haram fosse responsabile della violenza: il presidente Muhammadu Buhari aveva infatti promesso che durante il suo mandato l’organizzazione sarebbe stata sconfitta. L’alleato dell’Isis ha però rivendicato l’attacco nelle ore seguenti.