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Trump: «Cohen sta mentendo per ridurre il tempo che passerà in prigione»

27 Febbraio 2019 - 07:31 Redazione
Michael Cohen è stato a fianco del Presidente per dieci anni, seguendolo nella sua corsa alla Casa Bianca. Secondo il Presidente statunitense, l'avvocato «ha fatto cose cattive non correlate a me»

Mentre Donald Trump è in visita ad Hanoi, in Vietnam, per un summit con il leader nordcoreano Kim Jong-Un, il suo ex avvocato, Michael Cohen, avrà un'udienza pubblica davanti al Congresso. La testimonianza sarà un fulmine a ciel sereno per il Presidente americano. Cohen, ex tuttofare di Trump, è deciso a parlare del suo precedente assistito come di: «un razzista, un truffatore e un imbroglione». È quanto rivela una fonte a conoscenza del contenuto della testimonianza di Cohen diffusa da alcuni giornali americani, tra cui il New York Times.

Donald Trump risponde su Twitter alle indiscrezioni su quanto dirà il suo ex avvocato nell'audizione al Congresso: «Michael Cohen era uno dei tanti avvocati che mi hanno rappresentato (sfortunatamente). Aveva anche altri clienti. È stato appena radiato dalla Corte Suprema di Stato per menzogne e frode. Ha fatto cose cattive non correlate a Trump. Sta mentendo per ridurre il tempo che passerà in prigione».

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Manca poco più di un anno alla fine del mandato presidenziale, ma la bomba che Cohen sta per sganciare potrebbe avere serie ripercussioni sulla stabilità del Presidente americano. Cohen ha in programma di accusare pubblicamente Trump dei suoi legami con la Russia durante la campagna elettorale del 2016, ammettendo di aver mentito in precedenza in merito a quando i rapporti tra Trump e la Russia sarebbero cessati. «Le nostre negoziazioni sono continuate per tutta la durata delle campagna», afferma Cohen che passerà dalle parole ai fatti. A sostegno della sua testimonianza l'avvocato porterà diversi documenti.

Sarà un'occasione per scusarsi quella che si presenterà a Cohen davanti al Congresso. L'avvocato di Trump ha detto di vergognarsi dei suoi errori, di essere pronto ad accettare pubblicamente ogni responsabilità e a dichiararsi colpevole. «Ero spinto da ambizioni allora. È doloroso ammettere che per molto tempo ho ignorato la mia coscienza e agito con lealtà verso un uomo che non la meritava».

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Oltre alle accuse di legami con la Russia durante la corsa presidenziale, su cui l'Fbi ha avviato un'indagine, affidandola all'ex direttore del bureau Roberto Mueller, Cohen ha intenzione di fare luce su un altro episodio chiave della corsa di Trump alla Casa Bianca: Wikileaks e le email di Hillary Clinton. Roger Stone, ex consigliere del Presidente, grazie ai suoi rapporti con Juliane Assange, avrebbe informato Trump con largo anticipo dello scandalo che stava per colpire i democratici con la pubblicazione delle email di Clinton, a cui Trump avrebbe risposto: «Non sarebbe grandioso?».

Il dossier Russiagate, su cui Mueller indaga da due anni, dovrebbe essere consegnato già alla fine della settimana al Procuratore Bill Barr che, tuttavia, non sarebbe obbligato a renderlo pubblico e a presentarlo al Congresso.

Tra le accuse di Cohen ci sarebbero anche le minacce fatte dal presidente americano ad alcune scuole affinché non rivelassero il vero risultato dei suoi test attitudinali. Ma non solo, Cohen avrebbe pagato diverse donne per non fargli rivelare le relazioni sessuali avute con l'attuale Presidente. In vista della testimonianza di Cohen, Sarah Sanders, portavoce di Trump ha affermato che «Cohen andrà in prigione se mentirà al Congresso e farà altre false dichiarazioni».

Oltre all'incontro di Cohen con il Congresso, la giornata di Trump ha già avuto esiti non favorevoli, considerate le sue promesse da campagna elettorale. La Camera dei Rappresentanti ha respinto, con 245 voti a favore e 182 contrari, la dichiarazione di emergenza nazionale per la costruzione del Muro. Tra gli oppositori anche alcuni deputati repubblicani che si sono uniti ai democratici nell'approvare la mozione.

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