Congresso delle famiglie, Spadafora (M5S): «Su questi temi la Lega è lontana dalla realtà»
World Congress of Families. Il titolo dell'evento che ha sta dividendo il governo è questo. Il 29 marzo si aprirà a Verona il 13° Congresso Mondiale delle Famiglie.È organizzato dalla International Organizationfor the Familydi cui fanno parte, secondo le associazioni Lgbt, anche estremisti cattolici, anti-abortisti, anti-divorzisti e attivisti contro i diritti contro gli omosessuali. Nei manifesti del convegno compare il simbolo della Presidenza del consiglio. Il patrocinio del governo, però, non sarebbe passato dai canali ufficiali. A spiegarlo è Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri con delega ai giovani e alle pari opportunità.
Quando hasaputo di questo convegno e del fatto che i manifesti riportavano il patrocinio della presidenza del Consiglio?
«Già un paio di settimane fa, quando si ètenuto a Palazzo Chigiil tavolo delle associazioni Lgbt. È un tavolo che abbiamo attivato noi per la prima volta come governo e che si è già riunito tre volte. Diverse associazioni Lgbt mi avevano fatto notare questo patrocino della presidenza esprimendomi tutta la loro contrarietà».
Avete fatto qualche verifica per capire come era stato assegnato?
«Ho fatto fare subito un approfondimento agli uffici e ho capito che si trattava di un'iniziativa assolutamente autonoma del ministro Lorenzo Fontana. Il patrocinio era firmato dal capo di gabinetto del ministro e non aveva seguito i percorsi che formalmente si seguono quando viene richiesto il patrocinio della presidenza del Consiglio. Generalmente queste pratiche devono essere autorizzate non da una capo di gabinetto ma dalla dirigenza della presidenza del Consiglio».
Cosa succederà adesso? Toglierete questo patrocinio?
«Io credo che in queste ore, anzi ne sono certo, si stia capendo nei dettagli le modalità con cui è stato concesso questo patrocinio. La cosa più importante è il valore politico. Io mi auguro che la presidenza possa chiedere al ministro Fontana di ritirare questo patrocinio».
Al di là di questa vicenda, la scelta del ministro Fontana segna una spaccatura forte tra Lega e Movimento 5 Stelle.
«Non credo si possa arrivare a una linea condivisa perché le posizioni della Lega sui temi dei diritti in generale, non solo famiglia ma anche Lgbt, sono molto distanti dalle nostre e soprattutto dalla realtà. Discutere di certi temi, come propone a volte la Lega è come verrà fatto a Verona, è qualcosa completamente fuori da quello che succede ogni giorno».
In che senso?
«Non vedere che esistono diversi tipi di famiglie, non vedere che è necessario garantire maggiori diritti alle persone Lgbt, non vedere che sarebbe necessario introdurre nel nostro Paese il reato di omo-transfobia. Io credo che sia difficile una mediazione su questo e rivendico la diversità del Movimento 5 Stelle su questi temi».
Temi che non rientrano nel contratto di governo.
«Mi rendo conto che in questo momento c'è un contratto di governo che ci limita su alcuni argomenti.Non ci sono quelli che a me piacerebbe portare avanti ma non ci sono nemmeno quelli che propone Fontana o altri. Su questi argomenti ognuno mantiene le proprie posizioni e cerca di portare avanti nel limite delle sue deleghe il suo lavoro».
Come tavolo delle associazioni Lgbtcosa state facendo?
«Sappiamo che a livello legislativo e normativo possiamo fare molto poco mastiamo lavorando in altro modo su questi temi e abbiamo fatto già molte più cose di quante non ne siano state fatte con i governi di sinistra. So benissimo che a livello normativo passi avanti non ne riusciremo a fare ma non consentiremo neanche di fare passi indietro e buttare all'aria anni e anni di sfide e battaglie che hanno consentito a questo Paese una crescita culturale importante».
Quindi siete una barricata contro le posizioni del governo?
«Non siamo contro le posizioni del governo. Sul caso del patrocinio la stessa posizione presa dalla presidenza del consiglio e dal premier pone il tema che su questi temi ci sono posizioni e sensibilità diverse. Non siamo una barricata contro il governo, anche noi ne facciamo parte. Fino a quando ci saranno posizioni così diverse sarà difficile pensare che una possa essere prevalente. Quello che mi fa piacere è che sicuramente non potrà essere prevalente quella della Lega».
In concreto, cosa state facendo?
«Nell'ultima riunione del tavolo, proprio due settimana fa, abbiamo stanziato i primi 8 milioni di euro che derivano dal fondo inclusione. Nella programmazione che abbiamo ereditato per quest'anno c'erano circa 2 milioni di euro. Noi abbiamo anticipato i fondi per i prossimi anni, abbiamo chiesto di poterli spendere tutti nel 2019. Con l'auspicio di chiedere nuovi fondi nei prossimi anni. Con questi fondi finanzieremo una serie di attività concordate con 48 associazioni Lgbt».
Quali sono le prime tre cose di cui ci sarebbe bisogno a livello normativo?
«Come dicevo prima, sarebbe un esercizio di stile. Purtroppo non sono cose previste nel contratto di governo. A me non interessa alimentare la polemica come fa Pillon, proponendo un progetto di legge che così com'è non potrà mai passare. Non voglio alimentare le tensionicon delle proposte che sarebbero utili ma difficilmente vedranno la luce in questa legislatura».
NovarArcobalenoha lasciato il tavolo in polemica con le posizioni della Lega sui gay. Le azioni dei vostri alleati possono compromettere il vostro lavoro?
«Io mi attengo ai fatti. Si erano iscritte 48 associazioni solo due hanno inviato una lettera e hanno chiesto di lasciare il tavolo. Tutte e 46 stanno partecipando attivamente e si sono anche riunite in gruppi di lavoro. Fino a che lavorano, sono al tavolo e progettano insieme a noi non vedo problemi».
È probabile che ci saranno manifestazioni di protesta a Verona, nei giorni dell'evento. Lei parteciperà?
«Se alle manifestazioni di protesta parteciperanno attivisti del Movimento 5 stelle, io non posso commentare questa scelta nè positivamente né negativamente. Ognuno è libero di fare. Se ci saranno attivisti del Movimento che vogliono manifestare quel giorno lo facciano pure. Io come rappresentate del governoho un'altra responsabilità. In quei giorni sarò sicuramente a Roma per fare in modo che gli impegni presi verso la comunità Lgbt diventino azione concreta».