In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
POLITICAM5SMatteo RenziPDPrimarie

L’augurio al veleno di Renzi per le primarie: «Sarò buono, ma non fate accordi con il M5s»

02 Marzo 2019 - 12:11 Redazione
L'ex segretario del Pd dà l'augurio di buon lavoro in vista del voto di domani. E lo riempie di messaggi trasversali

Ha fatto persino un’edizione straordinaria della sua newsletter, Matteo Renzi, per dire quel che pensa delle primarie del Pd che andranno in scena a partire da domani, anche con qualche problema organizzativo. La strategia scelta è nota da tempo e la ribadisce anche con questo messaggio: nessun appoggio esplicito ai candidati, anche se è noto che i renziani puntano ad azzoppare il candidato dato favorito, Nicola Zingaretti. Maria Elena Boschi, storica numero due della corrente renziana e a lungo ministro ha anche detto esplicitamente che il «suo»candidato è Roberto Giachetti.

Non sarebbe da Renzi il limitarsi al semplice augurio perché vinca il migliore e infatti si guarda bene dal farlo. A riga tre arriva subito la prima stilettata: «Mi fa piacere che tutti e tre abbiano escluso accordi con i Cinque Stelle e ritorni al passato». L’attacco è ovviamente a Zingaretti che domani si gioca tra l’altro con un pugno di voti la possibilità di vincere al primo turno (i sondaggi interni lo danno tra il 48% e il 52%), il candidato più di sinistra e anche quello che ha detto di voler scommettere sull’ «implosione dei cinque stelle».

Altra riga, altro attacco: «Chiunque vinca non dovrà temere da parte mia alcuna guerriglia come quella che io ho subito». Infine una stilettata ai giornali che lo attaccano, a cominciare dal Fatto quotidiano: «Alcuni media – scrive ancora Renzi – dicono che si deve andare a votare “contro Renzi”. Io penso che sia il riflesso condizionato di chi a sinistra combatte da sempre il Matteo sbagliato. Le primarie del Pd sono per l’Italia; al massimo sono contro Salvini e Di Maio. Ok, anche se votasse meno gente dell’altra volta non significa nulla: il Pd è l’unica forza politica che si affida alla democrazia, altro che piattaforma Rousseau».

Articoli di POLITICA più letti