Aveva nascosto «Il bacio» di Hayez in cantina. Ora la Cassazione lo scarcera
Aveva nascosto Il Bacio di Hayez in cantina. Ora è libero. La Cassazione ha revocato i domiciliari e rimesso in libertà Gianfranco Cerea, 57 anni: aveva in casa una delle sole quattro copie al mondo del dipinto a olio su tela del pittore italiano Francesco Hayez. «Il fatto non sussiste», scrive la Cassazione, accogliendo il ricorso dei legali del manager, Raffaele Bergaglio e Andrea Garello e rimettendo Cerea in libertà senza rinvio. Cancellate, dunque, l’ordinanza del Riesame e l’ordinanza di misura cautelare del giudice per le indagini preliminari sull’autoriciclaggio.
La Guardia di Finanza di Bergamo aveva arrestato l’imprenditore bergamasco a ottobre scorso e sequestrato opere d’arte – c'erano anche opere di Bruegel, Canaletto, Modigliani – e disponibilità finanziarie per un valore complessivo stimato in oltre 25 milioni di euro. Nel far luce sulla procedura di collaborazione volontaria, voluntary disclosure, a cui l’indagato aveva fatto ricorso per fare emergere le proprie disponibilità detenute oltre confine, l'accusa sosteneva di trovarsi di fronte non a un collezionista ma a un commerciante.
In pratica, per i giudici del Tribunale del Riesame di Brescia, Gianfranco Cerea non era un collezionista ma un mercante d’arte. La prova, tra l'altro, stava nel fatto che teneva in «condizioni del tutto precarie» i capolavori che gli sono stati poi sequestrati nei due garage di proprietà della sua società a Bergamo. Un collezionista vero, sostenevano i giudici, non lascerebbe mai opere «in contesti ambientali nocivi alle stesse».