Salvini a Giulia Grillo: «A scuola anche i bimbi non vaccinati». Il ministro glissa: «C’è una legge in discussione»
Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini ha scritto una lettera alla collega della Salute, Giulia Grillo, in cui chiede un decreto legge per consentire la permanenza scolastica ai bambini non vaccinati nelle scuole di infanzia 0-6 anni. «L'intento del procedimento – scrive Salvini – è quello di garantire la permanenza dei bambini nel ciclo della scuola dell'infanzia».
«Evitiamo traumi ai più piccoli», sostiene il leader della Lega. Secondo Salvini è necessario evitare «l'allontanamento e la decadenza dalle liste scolastiche» dei bambini «essendo ormai giunti alla conclusione dell'anno». Bisogna «evitare traumi ai più piccoli», aggiunge il ministro e quindi è necessario «prevedere il differimento degli obblighi in scadenza al 10 marzo prossimo contenuti nella legge Lorenzin».
La replica del ministro
A stretto giro arriva la risposta del ministro della Sanità che accoglie l'invito di salvini a prorogare l'obbligo di vaccinazione per i bambini da zero e sei anni: «c'è un contratto che noi stiamo rispettando con una legge che è in discussione proprio in queste ore al Senato – sostiene Grillo – e sono convinta che in brevissimo, probabilmente entro aprile, riusciremo ad approvare anche alla Camera e quindi avremo una nuova legge che supererà la legge Lorenzin».
Il ministro, oggi in visita a Reggio Calabria, rispondendo alle domande dei cronisti ha continuato: «L’intento comune è di superare il decreto Lorenzin che è una legge che noi riteniamo abbia in alcune strutture alcune importanti lacune, lo abbiamo dimostrato con una legge co-firmata dai due capigruppo di Camera e Senato che è in discussione in questo momento al Senato e per cui scadono gli emendamenti dopodomani. Sarà il Parlamento a superare, come è giusto che sia, quella legge. L’intento è comune».
La posizione dei presidi
Anche il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli risponde a Salvini: «Giusta la preoccupazione di non traumatizzare i bambini, ma si continua a non tenere conto dei bimbi più fragili, la cui vita sarebbe a rischio se consentissimo ai non vaccinati per motivi ideologici di frequentare la stessa scuola. Non ci possono essere bambini di Serie A e di serie B. C'è un tema di salute pubblica per cui non possiamo essere d'accordo».
I precedenti Salvini-Grillo sui vaccini
Nello scorso giugno Salvini aveva già detto la sua in materia di vaccini, attestandosi su posizioni più marcatamente No Vax. «Dieci sono inutili, se non dannosi», aveva detto, ricordando il suo impegno in campagna elettorale proprio a favore della possibilità per i più piccoli di poter frequentare le lezioni anche se non vaccinati. La risposta della titolare del dicastero della Sanità non si era fatta attendere.
Giulia Grillo aveva ribadito, in un comunicato, che la questione vaccini era di competenza del ministero della Sanità, aggiungendo che se i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria, in «discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione». La controreplica conciliante di Salvini era stata: «Sua è la competenza, condivido il suo pensiero, ci atterremo al contratto. Con tanti medici condivido l'idea che sia meglio educare ai vaccini piuttosto che obbligare».
La risposta dell'ex ministro
Se non arriva ancora in questo caso la replica del ministro Grillo, a parlare è Beatrice Lorenzin che l'ha preceduta al ministero della Sanità ed è stata la prima firmataria dell'omonima legge sull'obbligo vaccinale: «Salvini invece che evitare traumi pensi a come garantire la sicurezza dei bambini immunodepressi che non possono andare a scuola e a come verrà garantita la salute per quei bambini che i genitori non vogliono vaccinare mettendone a rischio la salute».
Il piano contro il morbillo
L'iniziativa del ministro dell'Interno arriva nello stesso giorno in cui viene stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni il nuovo Piano nazionale contro il morbillo, che ha lo scopo di aumentare la copertura vaccinale di circa 2,5 milioni tra i giovani adulti tra i 19 e i 44 anni. L'esame del piano, tuttavia, previsto per la prossima settimana, potrebbe richiedere qualche giorno in più per i necessari approfondimenti.
La strategia del documento, messo a punto dal Ministero della Salute e annunciato a grandi linee a novembre scorso, è quella di sfruttare più occasioni possibili per promuovere la vaccinazione, come l'iscrizione a società sportive o università, i concorsi pubblici e la partecipazione al programma Erasmus.
Il Piano per l'eradicazione, l'eliminazione completa e definitiva di una malattia, di morbillo, parotite e rosolia 2019-2023 mira a portare queste malattie a un'incidenza di meno di un caso su un milione entro il 2023. «Nonostante i progressi compiuti» – si legge infatti – «morbillo continua a circolare in Italia e a causare epidemie». Per questo, il primo obiettivo è raggiungere e mantenere una copertura superiore al 95% per la prima dose di vaccino Mpr entro i 24 mesi di età, «creando o potenziando l'anagrafe vaccinale».