Salvini: «Eletto per sbloccare, non bloccare». Stasera assemblea gruppi M5S con Di Maio
Dal vertice sulla Tav protrattosi fino a tarda notte sembra non essere uscita la soluzione al nodo. Le diverse posizioni rimangono sul tavolo e la nota in burocratese di Palazzo Chigi – che parla di «una diversa ripartizione degli oneri economici» fra le parti interessate al progetto, cioè Italia, Francia e Unione Europea – sembra scritta apposta per prendere tempo. La premessa a una revisione delle quote di spesa, secondo la nota, è che l’analisi costi-benefici avrebbe messo in luce criticità in merito alla convenienza dell’opera vista «le più recenti stime dei volumi di traffico su rotaia e del cambio modale che ne può derivare».
Di Maio: «Ci riproviamo oggi»
Il vicepremier Di Maio, pochi minuti dopo la diramazione dell’informativa della presidenza del Consiglio ad Affaritaliani.it, a proposito della riunione a Palazzo Chigi sulla Tav ha commentato: «Crisi di governo no. Ma vertice infruttuoso sì. Ci riproviamo oggi». Insomma, nessuna decisione è stata presa. Alla domanda «Come se ne esce?» Di Maio ha risposta: «È tosta». Evidentemente il ministro del Lavoro reputa che sia molto difficile allo stato trovare una strada per conciliare le posizioni della Lega e quelle del M5S.
Salvini: «Ho le idee chiare»
La replica di Salvini, come d’abitudine, non si fa attendere. «Non sono stato eletto per bloccare ma per sbloccare», ha detto l’altro vicepremier a Potenza, rispondendo a una domanda sulla trattativa. «Ho le idee chiare – ha detto Salvini – e spero che si chiuda più presto possibile». Alla domanda se il governo regga ancora dopo il vertice di ieri sulla Tav che si è concluso con un nulla di fatto, il ministro dell’Interno risponde secco: «Assolutamente sì». Il leader della Lega ha ricordato di aver risposto così anche durante le campagne elettorali in Abruzzo e Sardegna: «Fra poco ci sono le elezioni comunali in Sicilia – ha aggiunto – e risponderò ancora così».
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini risponde alle domande dei giornalisti sull’esito del vertice notturno sulla Tav – Agenzia Vista
L’ambasciatore francese e il direttore di Telt a Palazzo Chigi
Questa mattina l’ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, è stato Palazzo Chigi. Il diplomatico è uscito nel cortile interno della sede del governo insieme al premier Giuseppe Conte – diretto a Montecitorio per l’evento sugli Special Olympics – ma, al momento, non si ha conferma di un loro faccia a faccia da fonti ufficiali. Lasciando poi Palazzo Chigi, Masset, intercettato dalle telecamere presenti nel piazzale, si è limitato a dire: «L’Italia è bellissima». Nel pomeriggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato a Palazzo Chigi anche Mario Virano, direttore generale di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare e poi gestire la Torino-Lione.
La riunione dei gruppi parlamentari
I 5 Stelle riuniranno i loro gruppi parlamentari alle 19 e dovrebbero confermare, secondo quanto trapela, la linea del No, presente Di Maio. Fonti vicine alla Lega, invece, confermano il Sì: la conferma dei bandi è considerata un passaggio fondamentale per la realizzazione dell’opera. E’ quanto sottolineano fonti della Lega. Ultimo a commentare è il premier Conte che, rispondendo ad uno degli atleti di Special Olympics odpori a Montecitorio, dice, sulla Tav «anche io sono dubbioso: ma vi do una notizia.. piu tardi convoco una conferenza stampa». Lo ha detto il presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Sono previsti per questa sera, 7 marzo, e per domani altri vertici per arrivare a una posizione di compromesso. Difficile interpretare in modo univoco il «tosta» di Di Maio, così come la posizione di Salvini, eletto con il mandato di «sbloccare». Sicuramente ci si trova in un momento di stallo e la tentazione di rimandare una decisione, magari dopo le elezioni europee di maggio, è forte, ma dal punto di vista elettorale pericolosa soprattutto per il Movimento 5 Stelle, storicamente legato al Movimento No Tav.
«La diversa ripartizione degli oneri economici» è una formula che può servire a tranquillizzare la base fino a quando non si sarà trovato l’accordo. Fra le righe della nota, al di là dello stile barocco, nel riferimento agli investimenti per il traffico ferroviario nazionale, fa capolino l’argomento più forte contro la Tav: meglio investire sulla nostra rete ferroviaria interna che in molte zone del Paese è arretrata, piuttosto che in una grande opera. Insomma, Di Maio sembra tenere il punto.
Le quattro mozioni al Senato
Intanto al Senato è in corso l’esame delle famigerate quattro mozioni sulla Tav. Nel pomeriggio è stata approvata con 139 sì 105 no quella comune a doppia firma Lega-Movimento 5 Stelle, che ricalca la posizione (vaga) sulla Torino-Lione messa bianco su nero nel contratto di governo: «Ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia», una formulazione più sintetica della nota arzigogolata diramata oggi da Palazzo Chigi. Altre tre mozioni, invece a favore dell’opera, presentate separatamente da Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Le imprese sul piede di guerra
«Siamo pronti alla mobilitazione se i bandi per la Tav non saranno sbloccati». E’ la minaccia dei rappresentanti delle imprese, del lavoro, della cooperazione e delle professioni di Torino e del Piemonte. «La mobilitazione coinvolgerà tutte le componenti – imprese manifatturiere e dei servizi, trasporto, commercio, edili, agricole, e i lavoratori – sulla base delle possibilità di ogni associazione e categoria produttiva. Le iniziative verranno rese note in dettaglio in relazione alle scelte del governo», hanno spiegato.