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Lo studio sui millennials: gli uomini si sentono più “padri”, le donne non vogliono lasciare il lavoro

08 Marzo 2019 - 09:37 OPEN
Un'indagine recente ha dimostrato che tra gli under 35 qualcosa sta cambiando: le donne sono meno predisposte a lasciare il posto di lavoro e gli uomini hanno più voglia di guadagnarsi spazio in famiglia. Il cambiamento, però, è ancora troppo lento

Uno studio dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo di Milano ha dimostrato che per i millennials la realizzazione familiare sta tornando importante quanto la realizzazione nella carriera. Un’indagine svolta a gennaio 2019 sui giovani tra i 20 e 34 anni, relativa a un campione di 2000 persone, ha fornito un’interessante chiave di lettura sui cambiamenti riguardanti le scelte familiari e lavorative.

Gli uomini

Alessandro Rosina, coordinatore scientifico dell’Osservatorio, ha spiegato che «un giovane su cinque è propenso a cambiare il proprio modello di comportamento, rispetto agli schemi più tradizionali, maggiormente schiacciati sul tempo di lavoro».

Tra gli uomini che hanno già avuto un figlio, solo l’11,8% dei laureati ha aumentato il tempo di lavoro per guadagnare di più, contro il 30,6% di chi ha un titolo di studio meno elevato.

Tra coloro che non hanno ancora figli, invece, il 20,4% dei laureati vorrebbe lavorare di meno per stare con il figlio, contro il 16,9% di chi ha un titolo di studio più basso. Circa la metà degli intervistati manterrebbe invariato il proprio impegno lavorativo.

Le donne

Diversa la situazioni delle donne, che sono meno predisposte a lasciare la propria professione dopo la gravidanza, soprattutto se laureate. Il 34,6% delle donne laureate intervistate ha continuato a lavorare a tempo pieno dopo aver avuto un figlio.

In prospettiva, farebbe lo stesso il 45,4% delle donne laureate che non ha ancora avuto un bambino. Tra le madri con un titolo di studio più basso la propensione ad abbandonare il lavoro a favore di un maggior impegno familiare è ancora piuttosto alta.

Le coppie di laureati

«Il segnale positivo», ha osservato Rosina, «arriva dai laureati. È in queste coppie che maggiormente si osserva un guadagno di spazio delle donne nel mercato del lavoro e il ritagliare nuovi spazi maschili all’interno della vita famigliare e soprattutto nel tempo dedicato ai figli».

I nuovi padri, però, risultano sempre più consapevoli che un maggior impegno all’interno della famiglia consente migliori equilibri nel rapporto di coppia, soprattutto in caso di una rapporto in cui entrambi i partner lavorano.

«Però», aggiunge Rosina, «si tratta di un cambiamento molto lento. La percentuale (un giovane su 5, ndR), benché apprezzabile, risulta ancora bassa, frenata sia da fattori strutturali che culturali, ma anche da un mercato del lavoro poco attento».

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