Paragone (M5S): «La Tav è una grande torta. Salvini e Berlusconi a favore perché hanno interessi da tutelare»
La Lega vuole la Tav, il Movimento 5 Stelle no. Ora che le posizioni sono chiare, le frasi di circostanza usate nei mesi scorsi – «troveremo un accordo, come abbiamo sempre fatto» – hanno lasciato il posto alle minacce di crisi e alle accuse.
«Non è un caso che la Tav abbia la maggioranza di Matteo Salvini, di Berlusconi, della Meloni e di Zingaretti. Evidentemente quando c’è una grande torta, ci sono interessi da tutelare», ha detto il deputato 5 stelle (ed ex direttore de La Padania) Gianluigi Paragone, rispolverando quel lessico anti-casta che ricorda i tempi andati, quando la Lega era ancora un nemico da sconfiggere.
Intervistato all’uscita dell’assemblea dei gruppi parlamentari, Paragone ha detto di essere disponibile ad affrontare la questione Tav in Parlamento, ma non con un referendum. Ha confermato che il Movimento fa sul serio e che non ha paura di «andare a casa», pur di difendere il suo «no» alla Torino-Lione, come aveva già detto un altro pezzo da novanta dei 5 stelle, il sottosegretario Stefano Buffagni, vicinissimo a Luigi Di Maio.
Poi Paragone ha continuato ad attaccare la Lega: nel mirino, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega), reo di aver «ricevuto Mario Draghi (presidente della Banca Centrale Europea, ndr) a Palazzo Chigi: cose che il Governo del cambiamento non fa». Giorgetti ha smentito, dicendo che ha incontrato soltanto l’ex ministro Vittorio Grilli. Poi, però, ha aggiunto che incontrerebbe volentieri anche Mario Draghi.