L’allarme di Agcom: «Nel 2018 picco di disinformazione alle elezioni del 4 marzo»
L'Agcom, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha pubblicato il primo numero dell'Osservatorio sulla disinformazione online, mirato a valutare la qualità informativa nel web. Stando ai dati riportati, durante il 2018 il picco massimo di disinformazione è stato raggiunto in corrispondenza delle elezioni politiche del 4 marzoe nella fase immediatamente successiva. Tra le fonti considerate non ci sono solo i siti web, ma anche (e soprattutto) le pagine e i profili sui socialnetwork.
Mediamente, ogni mese l'8% dei contenuti online ha riguardato notizie non attendibili. Ad essere maggiormente interessate sono state le categorie più "calde" del periodo: le vicende politiche e di governo, la cronaca nera, le teorie pseudoscientifiche e, ovviamente, la salute. Le fake news, dunque, si confermano ancora una volta al centro delle dinamiche politico-sociali utili a creare polarizzazioni propagandistiche.
Disinformazione elettorale: i dati prima del 4 marzo
La prima cosa interessante da notare sono i "topic" (argomenti) specifici che hanno riguardato le notizie false o non fondate. In sintesi,colpiscono l'intero spettro dell'informazione: le notizie sula politica e sugli affari di governo, le questioni economiche, la salute e l'ambiente, la famiglia e la fede, la cronaca nera e giudiziaria, gli esteri, la scienza, l'immigrazione.
Ma ancora più d'impatto è notare la classifica dei termini più usati nei siti di disinformazione. Ai primipostici sono «governo», «Salvini»,«Italia», «Euro»: dati che possono fornirci una lente interessante per comprendere effettivamente gli sviluppi del dibattito polarizzato tra sovranismo e europeismo. Anche leparole«migranti»e «immigrati»risultano- e non sorprende -altein classificaanche se superate dalle hard news sugli esponenti politici principali (gli «anni», ad esempio)da «Lega», «stati»e «vita». Altri buoni indizi per il futuro.
Da non sottovalutare la disinformazione sulle teorie pseudoscientifiche riguardanti i pianeti e le presenze aliene, segnali apripista del rinnovato fenomeno dei terrapiattisti– cioè persone che, non riuscendo a discernere tra fake news e vera informazione, fanno affidamento a siti senza attendibilità scientifica per mettere in dubbio la geometria del nostro pianeta.
Periodo successivo alle elezioni del 2018
Arriviamo al periodo post-elettorale: il governo c'è (o quasi) e i microtemi dell'informazione subiscono una piccola shakerata. Ma non troppo, perché «Italia»e «governo»restano sul podio dei 30 termini più ricorrenti all'interno dei contenuti di disinformazione, e i contenuti dei siti continuano a puntare su concetti polarizzanti al fine di diventare propaganda virale. Al primo posto continuano aimporsi i siti di disinformazione che contengono notizie sulle personalità politiche (l'intramontabile gossip sull'età rimane una costante), e arriva una novità: il «meteo».
Le condizioni ambientali entrano a gamba tesa tra letematichecaldedal punto di vista disinformativo-propagandistico. Una nota interessante, anche alla luce del recente interessamento collettivo riguardo il riscaldamento climatico: veder comparire il topic tra i primi posti dei siti di disinformazione è sintomo di un focus che sta diventando sempre più cruciale.
Informazione e disinformazione sulle europee
Ma i rischi non sono finiti: le fake news propagandistiche si stanno insinuando anche nell'attuale periodo pre-europee (in Italia si andrà ai seggi il 26 maggio 2019). Mediamente, ogni mese il 7% dei contenuti online riguardanti le elezioni è prodotto da fonti. Ma quali sono i temi più sentiti per questa nuova tornata elettorale? L'immigrazione è ancora al primo posto (quasi al 60%), seguita dalla situazione economica (49%) e le questioni legate alla disoccupazione (47%). E, puntuale, la disinformazione si muove con termini centrati:
«Immigrazione»e «terrorismo»sono i temi con più disinformazione rispetto al totale dei contenuti online: due tra le questioni che più riescono a polarizzare sia il dibattito pubblico sia le condizioni emotive dei cittadini in Italia come nel resto d'Europa.
Ma qualche buona notizia resta: tra i temi di rilevanza europea, quelli trattati dai siti di informazione qualificati sono ancora una maggioranza considerevole (93% su media mensile). Il vero problema è che i contenuti che diffondono non sempre hanno lo stesso impatto delle bufale, cheriescono con più facilitàmanovrare le coscienze e indirizzare le masse di voti.Ladomanda da porsi è: come si possono aiutare le persone a districarsi più facilmente tra fonti attendibili e fonti fasulle?