Privacy, app integrate e transazioni finanziarie. La guida di Zuckerberg al nuovo Facebook
Una foto imbarazzante. Magari una di quelle scattate in unaserata d'estate, con la camicia sbottonata, un cocktail in mano e un sorriso non proprio seducente disegnato sul volto. Cerca, cancella, respiro di sollievo. C'è stato un tempo, lontano, in cui su Facebook si condivideva tutto. Senza pensarci troppo. Battute, foto, video imbarazzanti. Tanto chi gli avrebbe visti, oltre ai nostri amici?
Poi qualcosa è cambiato, o meglio, si è allargato. Si è cresciuti, i conoscenti sono diventati possibili colleghi, gli amici i capi in ufficio e sono spuntati tra le amicizie anche mamme e zie. Abbiamo cominciatoa stare attenti. Le conversazioni, le foto più private si sono spostate. Non più sulle bacheche, ma nei gruppi privati, prima su Facebook e poi su WhatsApp. Abbiamo smesso di raccontare la propria vita in piazza e abbiamo iniziato a farlo in soggiorno, giusto con qualche amico.
Facebook e il suo annus horribilis
«Negli ultimi 15 anni, Facebook e Instagram hanno aiutato le persone a connettersi con gli amici, con le comunità e con le aree di interesse nell'equivalente digitale delle piazze cittadine. Ma le persone vogliono sempre di più connettersi in quegli spazi che, digitalmente, equivalgono a dei soggiorni». Così Mark Zuckerberg il 6 marzo ha iniziatoun lungo post: 3166 parole per tracciare il destino non solo del suo social network, ma anche di Instagram e WhatsApp, le piattaforme che nel corso degli anni ha preferito comprare invece che sfidare.
Christopher Wylie è la fonte da cui è partito lo scandalo Cambridge Analytica
Facebook arriva dal suo annus horribilis. Da quando si è quotato in borsa nel 2012 le sue azioni sono sempre salite, quasi sempre. Almeno fino al marzo 2018: scandalo Cambridge Analytica. Grazie a una fonte interna, New York Times e The Observer rivelano che questa società ha preso senza consenso e usato per fini non ancora chiari i dati di milioni di utenti. Crollo in borsa, convocazioni al Congresso degli Stati Uniti e Parlamento Europeo, perdita di fiducia da parte degli utenti.
Ed è proprio questa fiducia che Zuckerberg ora punta a recuperare con il suo manifesto. 3166 parole per un solo messaggio: «Punteremo di più sulla privacy». Lenotizie più immediate sono due. La prima è che le tre app di messaggistica di Menlo Park comincianoa comunicare traloro. Si potranno scambiare messaggi tra WhatsApp, Instagram e Messenger. La seconda è che gli ingegneri di Facebook sono al lavoro per sviluppare servizi di pagamento interni a queste piattaforme. Servizi che, per essere credibili, devono meritare la fiducia degli utenti.
I punti del manifesto di Mark Zuckerberg
Sei punti. Sei propositi. Sei direzioni in cui l'ottavo uomo più ricco del mondo punta a dirigere il suo impero tecnologico. Tutti riguardano in qualche modo i nostri dati, e la loro protezione:
- Interazioni privateLe persone dovrebbero avere luoghi semplici, intimi dove hanno un controllo trasparente su chi può comunicare con loro e dove possono essere sicure che nessun altro sia in grado di accedere a quello che condividono.
- CrittografiaLe comunicazioni private delle persone dovrebbero essere sicure. La crittografia End-to-End evita che chiunque – inclusi noi – possa vedere cosa le persone condividono sui nostri servizi.
- Ridurre la permanenza Le persone dovrebbero poter essere loro stesse, e non dovrebbero preoccuparsi che quello che condividono possa tornare indietro, e ferirle. Noi non vogliamo tenere messaggi o story oltre il tempo necessario per portare a termine il nostro servizio o oltre il tempo che le persone vogliono.
- SicurezzaLe persone dovrebbero aspettarsi che noi faremo qualsiasi cosa possiamo per proteggerle sui nostri servizi, con i limiti dati da un servizio crittografato.
- InteroperabilitàLe persone dovrebbero essere in grado di usare ognuna delle nostra app per raggiungere i loro amici, e loro dovrebbero essere in grado di comunicare attraverso questa rete facilmente e in sicurezza.
- Archiviazione sicura dei datiLe persone dovrebbero aspettarsi che noi non archivieremo dati sensibili in Paesi che hanno delle mancanze sui diritti umani come la privacy o la libertà di espressione. E lo faremo per evitare questi dati vengano presi contro la libertà degli utenti