Elezioni simboliche: in Corea del Nord si vota (per l’unico candidato)
Oggi, come ogni cinque anni, i nord coreani sono chiamati a votare per eleggere i 700 rappresentanti che siederanno nell’Assemblea Suprema del Popolo. Questo Parlamento è, sulla carta, l’organo più potente del Paese, ma non ha de facto alcun potere. Il Partito dei Lavoratori seleziona un candidato per ogni distretto: sulle schede elettorali è presente una sola casella e la scelta è obbligata.
Non dev’essere barrata né espressa una preferenza, gli elettori sono soltanto tenuti a prelevarla e inserirla nell’urna. Kim Jong-Un, che controlla completamente il Partito, il governo e l’esercito, si ripresenterà per un secondo mandato nel suo distretto di Pyongyang.
Alle ultime elezioni l’affluenza è stata pari al 99,97%, e il 100% della popolazione ha scelto i candidati ufficiali. «Consideriamo tutto il popolo del nostro Paese come una famiglia quindi ci uniremo come un’unica mente e voteremo per il candidato convenuto» ha affermato la rappresentante dell’Unione Socialista delle Donne, Song Yang-ran.
In un articolo intitolato Il sistema elettorale superiore della Repubblica Democratica del Popolo della Corea del Nord, l’agenzia d’informazione governativa ha definito le elezioni un’importante occasione per «mostrare la solidità e l’invincibilità del sistema socialista, in cui il partito, il leader e il popolo formano un tutt’uno armonioso».
Celebrazioni per l’elezione di Kim Jong-Un, 2014
Queste elezioni rispondono chiaramente a un bisogno di legittimare il governo simulando un processo democratico. I governi autoritari fanno spesso ricorso alle elezioni per rinvigorire la loro leadership e dimostrare che la loro idea di società è sostenuta da tutto il popolo. Una volta votato, i nordcoreani sono tenuti a festeggiare per aver avuto l’opportunità di scegliere la leadership illuminata del paese.