La Lega di Salvini a metà del guado. Tra la scelta dei candidati e il segnale da dare alla procura di Genova
Non è stata importante come quel consiglio federale del 2017 in cui venne votata la scomparsa della parola «Nord» dal simbolo del partito, ma la riunione di oggi nella sede storica di via Bellerio ha prodotto cambiamenti altrettanto concreti. Si è parlato dei nomi dei candidati alle amministrative ed europee, mentre non c'è stato il commissariamento delle sedi nazionali del partito, ipotizzato ieri da Roberto Maroni (che però non siede più nel Consiglio Federale). A conferma delle nuove alleanze strette dalla Lega con gli autonomistisono stati nominati due nuovi commissari: uno per l'Alto Adige-Sud Tirolo (Maurizio Bosatra) e uno per la Valle d'Aosta (Marialice Boldi).
Alla conferenza stampa era presente anche il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che è tra i soci fondatori della nuova fase del Carroccio (con la denominazione «Lega per Salvini premier»). Ieri Giorgetti aveva spiegato chiaramente come «per bloccare la Tav serva un voto in parlamento»; sul tema è tornato anche Salvini «Contiamo che entro pochi giorni il Consiglio dei Ministri approvi un decreto sblocca appalti».
I 49 milioni da restituire
Il segretario leghista sa di dovere dare un segnale di forte discontinuità rispetto al passato, in particolare alla magistratura genovese. La procura di Genova aveva accolto l'istanza presentata dagli avvocati del Carroccio sul sequestro dei 49 milioni di euro, frutto di un processo a carico di Umberto Bossi e l'allora tesoriere Francesco Belsito, anche sulla base della dimostrazione «di buona volontà» del leader che aveva molto insistito sul fatto che la nuova Lega c'entri pochissimo con la vecchia.
La rateizzazione dopo la condanna, confermata in secondo grado, impone alla Lega la restituzione di 49 milioni di fondi pubblici ma con quote considerate sostenibili, proprio in virtù della promessa discontinuità. Che ora va dimostrata nei fatti.
Le candidature
Il consiglio federale ha discusso anche delle candidature in vista delle prossime elezioni amministrative: manca ancora una soluzione finale con gli alleati di centrodestra. Ci sono città (come ad esempio Bergamo) in cui la Lega non ha ancora un nome da spendere e ci sono regioni (come il Piemonte, protagonista della prossima tornata amministrativa, sempre il 26 maggio) in cui il nome proposto dal centrodestra non convince pienamente il Carroccio.
Per la regione simbolo del caso Tav, l''indicazione dovrebbe spettare a Forza Italia, che aveva proposto l'eurodeputato Alberto Cirio, ma la Lega punterebbe a un candidato civico. La sfida è con il Pd, che ha riconfermato la candidatura del governatore uscente Sergio Chiamparinorafforzato dal protagonismo proprio sulla Tav.
A metà aprile, in vista delle Europee, ci sarà invece la presentazione in Italia degli alleati scelti per il parlamento Ue. «Ho mandato proprio oggi un messaggio a Orban», spiega il leader leghista secondo cui il Ppe non dovrebbe privarsi di lui.
Il tesseramento
Il tesseramento 2019 è ancora bloccato e il nodo ancora una volta è l'accordo con la procura di Genova. Il timore potrebbe essere – anche se su questo non ci sono conferme ufficiali – che tutti i soldi delle tessere finiscano nel risarcimento, danneggiando la raccolta anche per la campagna elettorale. In una nota il partito ha invitato a «non effettuare nessun tipo di versamento con questo scopo, fino a nuova comunicazione».