Vaccini obbligatori nelle scuole. La mamma no vax: «Dovrò piegarmi, ma i miei figli vaccinati hanno problemi»
Matteo Salvini aveva chiesto un decreto sospensivo alla ministra della Salute Giulia Grillo, un segnale per le famiglie no vax. Il decreto non c'è stato, ulteriori proroghe neppure, sui vaccini in Italia vige la legge Lorenzin e da oggi – per salvaguardare i bambini immunodepressi – i piccoli non vaccinati non possono andare a scuola. Niente asilo per i bambini e le bambine che non sono in regola con i certificati delle vaccinazioni.
Alle elementari e alle medie, invece, ragazzi e ragazze potranno entrare, ma scattano in teoria multe dai 100 ai 500 euro, Con un'azione di moral suasion sulle famiglie prima della sanzione. Il termine ultimo, previsto per legge, per la presentazione dei certificati delle vaccinazioni obbligatorie è statodomenica 10 marzo – e slitta quindi a oggi, lunedì 11.
I controlli a Roma
Di fronte al plesso di via Manetti dell'istituto Borgoncini Duca, in zona Gregorio VII a Roma, (scuola materna ed elementare) la situazione è tranquilla. Tante le mamme che portano bimbi e bimbe a scuola, meno i papà. Tutte si dicono in regola con le vaccinazioni, anche perché «la scuola aveva fatto un controllo a inizio anno».
Tutte tranne una: «No, non è tutto a posto», dice uscendo di corsa. «Mia figlia non è vaccinata, ora sto andando in municipio per capire come fare. Per oggi l'hanno fatta entrare alla materna, perché devo andare al lavoro, ma da domani non potrà più farlo senza le vaccinazioni. Ma io non sono affatto d'accordo, non voglio vaccinare i miei figli e non so come fare».
Il caso di Milano
All'uscita dalla scuola a Milano invece, nel capannello di genitori che aspettano riuniti di fronte alla scuola d'infanzia Sant'Orsola, sembra regnare il consenso rispetto ai benefici della legge Lorenzin. «Ho un bambino che va alla materna e una bambina che è troppo piccola per avere tutti i vaccini. Sono contenta di sapere che tutti i bambini che frequentano le scuole pubbliche siano vaccinati», spiega una mamma mentre aspetta il figlio insieme alla sorellina di tredici mesi.
Un'altra, mentre esce con la sua bambina per mano, condivide la stessa posizione: «La figlia di alcuni miei amici è stata colpita da un tumore ed ha avuto enormi problemi di reinserimento scolastico. Trovo che sia una cosa civile, viviamo in una società e per tutelare tutti servono delle norme».