Beppe Grillo ha un’ossessione per la «zeppola»
A una settimana dalle primarie del Pd, Beppe Grillo ha approfittato dell'intervista diNicola ZingarettiaChe tempo che faper dire la sua sul nuovo segretario del Partito Democratico.Non un giudizio politico, ma uno sfottò: il fondatore del Movimento 5 Stelle ha definito Zingaretti“Er Zeppola”, facendo leva sul “difetto” di pronuncia delle lettere S e Z, caratteristiche della parlata zingarettiana.
https://twitter.com/statuses/1104893834020966400
La zeppola, in realtà, ha un nome ben preciso: si tratta di due tipi di dislalie, che consistono nella pronuncia “errata”(sotto il profilo meramente logopedico) della S e della Z: si parla infatti rispettivamente di sigmatismo e zetacismo. Commentando l'intervista di Zingaretti, Grillo parla di “linguaggio Frankenstein”:
«Si tratta dell’assemblaggio di una quantità e varietà di automatismi lessicali (forma estrema dei luoghi comuni) tenuti insieme, sacrificando congiuntivi, distinzioni di genere, da smarrimenti del soggetto e complementi oggetto trasformati in saponette inafferrabili, insomma agrammatismi vari che ci pongono difronte ad una fenomenologia nuova», scrive il comico.«Lo storpiamento formale del linguaggio è funzionale alla ripetizione di frasi spot (che vedono la nostra lingua ridotta alla stregua di un muro affissorio) oppure è una questione di formazione, scolastica, scadente?»
Il post, ovviamente, ha sollevato un polverone. Tra itweet più o meno polemici, spicca quello di Makkox, che ha sottolineato le parole di Grillo sul congiuntivo,alludendo agli errori di Di Maio: della serie"il bue che dà del cornuto all'asino".
https://twitter.com/statuses/1105117570477314053
Beppe Grillo non ènuovo agli sfottò sulla zeppola. Poche settimane fa, all’uscita dal vertice all’Hotel Forum di Roma con Luigi di Maio e Davide Casaleggio, incalzato dal giornalista di Tagadà Alessio Schiesarisul caso della nave Diciotti, Grillo aveva risposto: «Dimmi tre volte esse». Schiesari, con molta professionalità, aveva continuato a fare domande, ignorando la battuta (di cattivo gusto) del comico.