Iran, l’avvocata Nasrin Sotoudeh condannata a 38 anni di carcere e 148 frustrate
L'avvocatessa iraniana e attivista per i diritti umani, Nasrin Sotoudeh, è stata condannata a 38 anni di carcere e a 148 frustrate. L'annuncio è stato dal marito, Reza Khandan, via Facebook. Sotoudeh, 55 anni, era stata arrestata lo scorso lo giugno con l'accusa di spionaggio, propaganda e per aver insultato la Guida Suprema, l'ayatollah Khamenei. Nel 2010 era stata incarcerata con l'accusa di cospirazione passando tre anni in prigione. Da anni Sotoudeh si batte, insieme al marito, per i diritti umani e civili, in particolare di donne e minoranze (come baha'ì e curdi).
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Gli appelli per il rilascio
Nel 2017 si era esposta sostenendo le donne iraniane che si erano tolte il velo per strada, in protesta contro l'imposizione obbligatoria dell'hijab. Tanti gli appelli dalla comunità internazionale e dall'Italia per l'immediato rilascio dell'avvocatessa. «L'Unione europea si aspetta un riesame immediato della condanna di Sotoudeh e di quella di suo marito Reza Khandan, condannato a 6 anni di reclusione nel gennaio 2019. L'Unione europea si aspetta inoltre che l'Iran garantisca il diritto all'appello» ha detto un portavoce dell'Unione Europea.
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«38 anni di carcere e 148 frustrate. Il Tribunale di Teheran ha emesso questa assurda condanna contro Nasrin Sotoudeh solo perchè in Iran si batte per diritti umani ed emancipazione femminile. Un'ingiustizia insopportabile che l'Italia non può ignorare» Lo afferma Laura Boldrini di Liberi e Uguali. Più dura invece la critica di Matteo Salvini che parla di "medioevo" e lancia un attacco anche alle "femministe" italiane.
Ebrahim Raisi
Un ultraconservatore a capo della magistratura
La condanna dell'attivista è arrivata pochi giorni dopo la nomina da parte della Guida Suprema Ali Khamenei dell'ultraconservatore Ebrahim Raisi a capo della magistratura La nomina del religioso ultraconservatore, molto vicino ai Guardiani della Rivoluzione, ha suscitato molte critiche. Raisi è accusato di aver avuto un ruolo nell'uccisione di migliaia di persone, alla fine degli anni '80, quando era vice procuratore a Teheran ed è considerato il più probabile successore di Khamenei.