Caro Open, sui dati della Tav avevo ragione io
È bastata una giornata lontano dai social per scoprire d’essere finito in una mini-bufera che poteva scoppiare solo in Italia. Questi i fatti: durante L’aria che tiradi martedì 12 marzo, ho presentato un grafico che confrontava le previsioni del traffico merci Italia-Francia e il loro reale andamento, negli anni 1994-2013. Sono stato accusato in diretta dall’ex-senatore Esposito di aver “inventato” quelle cifre, e gli ho risposto che gli avrei fornito le fonti, che non ricordavo a memoria avendo realizzato quel grafico per una inchiesta condotta oltre due anni fa.
Ma il giorno dopo (appunto durante le mie 24 ore di assenza dai social), il quotidiano “Open” ha pubblicato la notizia di quello scontro televisivo scrivendo che il mio grafico era “sbagliato”, evidentemente senza documentarsi in merito. La notizia -falsa- è stata ripresa da altre testate come Corriere della Sera e Giornalettismo, che hanno definito il grafico “inventato”, “fasullo”, o peggio, ed hanno parlato di “figuraccia”. Naturalmente nessuno dei giornalisti è andato a verificare come stessero le cose davvero, e naturalmente sui social è scattata rapidissima nei miei confronti una folle shit-storm, orchestrata – fra gli altri- da alcuni parlamentari della Repubblica (sic!).
Ebbene, i dati su cui ho costruito quel grafico vengono da fonti ufficiali eistituzionali non smentibili: il dato riguardante le previsioni di traffico, proviene dallo studio fornito proprio dalla società Lyon-Turin Ferroviaire (LTF, oggi TELT), e ripreso dall’Osservatorio Tecnico istituito dal Governo Italiano quale base per la valutazione dell’opera. La fonte ufficiale è dunque proprio il Governo italiano, e i relativi dati (riassunti nel mio grafico) sono reperibili nel Quaderno 8: Analisi Costi-Benefici – Analisi globale e ricadute sul territorioche si trova sul sito del Governo.
Il dato riguardante il reale andamento del traffico merci, invece, è tratto dalla fonte ufficiale di monitoraggio del traffico merci sui valichi alpini, che dagli ’80 è gestita dall’Ufficio Federale Trasporti (UFT) e dal DATEC della confederazione Svizzera, affiancata dal 2002 in questo compito dall’Unione Europea. Anche questo dato proviene dunque da una fonte ufficiale istituzionale e può essere verificato qui.
Avevo realizzato quel grafico per una puntata de Le iene di un paio di anni fa, dopo aver studiato per 2 mesi la vicenda TAV, confrontando voci discordanti e studiando documenti ufficiali provenienti da autorevoli fonti governative e istituzionali italiane ed estere, poiché questo era ed è il mio modo di agire: prima studiare a fondo un argomento, poi parlarne.
Ho scoperto ieri per caso che partendo da quei dati ufficiali, il professor Tartaglia del politecnico di Torino ha realizzato un grafico quasi identico, che si può trovare qui dal minuto 4’50”. Ora: sarebbe bastato che uno solo dei giornalisti che hanno riportato lo scambio fra me ed Esposito avesse studiato il caso prima di parlarne, o almeno mi avesse consultato per informare in maniera corretta su quanto avvenuto. Invece no, nessuno ha scelto di documentarsi, ma in tanti hanno “deciso” di darmi addosso senza avere la più pallida idea dell’argomento in questione, senza averlo mai sviscerato, senza evidentemente conoscerlo.
Ciascuno può avere la propria opinione sul TAV, ma nessuno può dire che un grafico o una tabella sono “sbagliati” o “inventati” quando invece sono frutto di un lungo studio e provengono da fonti ufficiali e istituzionali. Mi mette tristezza, da cittadino italiano, leggere che il primo quotidiano italiano scriva “le tabelle sono sbagliate” e “figuraccia di Giarrusso”, senza aver evidentemente verificato nulla, senza averle quantomeno studiate, quelle tabelle, dimostrando un livello di cialtroneria sorprendente e inarrivabile, e comportandosi come il peggiore “webete” da social.
Siamo al paradosso compiuto: l’incompetente che propaga una fake-news e addita chi ha studiato urlandogli “incompetente!”, e venendo in ciò seguito inevitabilmente da migliaia di altri ignari “esperti da tastiera”, webeti, o semplici disinformati in buonafede. Mi chiedo se i direttori delle testate che hanno propalato ieri questa fake news, oggi pubblicheranno una smentita, mi chiederanno scusa, titoleranno “Giarrusso aveva ragione”, oppure se il loro obiettivo è solo gettare fango senza curarsi della verità dei fatti. Chi è insomma, che ha fatto una figuraccia?