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Cos’è la disforia di genere e quel farmaco che blocca la pubertà

14 Marzo 2019 - 06:24 Juanne Pili
In Italia come in tanti altri Paesi è possibile effettivamente bloccare la pubertà nei minori che non si riconoscono nel genere sessuale di nascita, si tratta della disforia di genere e riguarda casi molto rari. Il trattamento col farmaco «triptorelina» è stato riconosciuto sicuro da tutte le associazioni di esperti

In un tweet pubblicato da Italia cristiana si legge un comunicato piuttosto allarmante. L'Aifa ha infatti esteso al farmaco «triptorelina» la possibilità di essere assunto a spese del Servizio sanitario nazionale. Si tratterebbe, per Italia cristiana, di un vero e proprio «abominio», in quanto verrebbe prescritto per bloccare la pubertà ai bambini. Questa possibilità non è nuova, e aveva fatto sollevare un polverone già nel 2015, quando si è parlato di «Protocollo olandese».

Gravissimo! Chiediamo un intervento tempestivo del ministro della salute, del governo e del parlamento per fermare questo abominio! Condividete … L’Aifa, Enter pubblico sotto la direzione della Salute, con Determina n. 21756/2019, autorizza la somministrazione, a carico totale del servizio sanitario nazionale, del farmaco triptorelina che blocca la pubertà nei bambini. Salviamo i bambini!

Com'è che il Governo italiano permette ai medici di bloccare la pubertà ai ragazzini? Innanzitutto il farmaco in questione ha una gamma un po' più ampia di applicazioni, venendo utilizzato anche nelle terapie tumorali. Fermare la pubertà invece può rivelarsi una scelta importante per i minori che soffrono di «disforia di genere». Un esempio tra tanti quello della modella e giornalista olandese Valentijn de Hingh che grazie a un trattamento ormonale ha potuto diventare la donna che è oggi, senza traumi.

Cos'è la disforia di genere e quel farmaco che blocca la pubertà foto 1

Wikipedia|La modella e giornalista olandese Valentijn de Hingh

Disforia di genere e trattamento ormonale

La disforia di genere è una sorta di rigetto da parte di un individuo del genere sessuale con cui è nato. Ci si sente di un sesso opposto a quello che corrisponde al genere sessuale. Studi condotti sui gemelli hanno fatto emergere una componente biologica di questa condizione, mentre buona parte del disagio psicologico potrebbe derivare da un approccio di rifiuto che l’ambiente famigliare e sociale riserva a questi soggetti, specialmente nell’infanzia e durante la pubertà.

Nella letteratura precedente al 2013 questa condizione era indicata con la sigla «Gid» (gender identity disorder), poi cambiata nella più opportuna «Gd» (gender dysphoria). Nelle linee guida del Servizio sanitario inglese il trattamento ormonale per i bambini con disforia di genere prevede l’utilizzo di ormoni sintetici analoghi alle «gonadotropine» – responsabili dello sviluppo delle gonadi – sopprimendone le funzioni, bloccando quindi la pubertà. In questo modo vengono risparmiati ai bambini cambiamenti angoscianti del proprio corpo:

Saranno presi in considerazione per il tuo bambino solo se le valutazioni hanno rilevato che stanno vivendo un chiaro disagio.

In Italia l’Associazione medici endocrinologi (Ame) in collaborazione con Consulcesi Club ha stilato delle linee guida sulla disforia di genere da destinare ai medici. I presidenti delle maggiori associazioni competenti hanno firmato una nota congiunta dove assicurano che sia giusto prescrivere la triptorelina:

Numerose evidenze scientifiche hanno infatti dimostrato che tale trattamento è in grado di ridurre in modo significativo i problemi comportamentali ed emotivi e il rischio suicidario, nonché di migliorare il funzionamento psicologico generale negli adolescenti trattati. Tale intervento medico deve essere riservato a casi attentamente selezionati, a seguito di una valutazione multidisciplinare in accordo con le linee guida internazionali. La determina pubblicata da Aifa rappresenta un passo fondamentale che consente ai professionisti dedicati all’argomento di aderire alle linee guida internazionali, nonché alla pratica clinica della maggior parte delle nazioni occidentali.

Firmatari del documento:

  • Paolo Vitti – Società Italiana di Endocrinologia;
  • Giovanni Corona – Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità;
  • Stefano Cianfarani – Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica;
  • Paolo Valerio – Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere.

Farmaco sicuro se usato secondo criterio

A questo punto viene legittimamente da chiedersi quali altri esperti si dovrebbero consultare. L’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) riconosce l’erogabilità della triptorelina nell’elenco dei medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale, ed è questa la vera novità, visto che il farmaco era già ammesso. Si tratta sempre di un analogo delle gonadotropine. Nella «nota 51» infatti, si elencano anche tutti i casi in cui è permesso utilizzare il farmaco, trovando alla fine della lista la «pubertà precoce».

I benefici della terapia per la pubertà precoce includono una completa cessazione del ciclo mestruale nelle ragazze, l’interruzione o un netto rallentamento della maturazione dei caratteri sessuali secondari, la prevenzione della maturazione scheletrica precoce, la prevenzione della riduzione della statura in età adulta e il restaurarsi di comportamenti adeguati all’età anagrafica.

Un comunicato del Governo conferma, mediante il Comitato nazionale per la Bioetica, quanto era già comprensibile consultando il sito dell’Aifa:

La triptorelina è un farmaco già autorizzato da AIFA in Italia come uso 'off label', ossia fuori dalle indicazioni generali, sotto la responsabilità dei singoli medici, per bloccare o ritardare lo sviluppo puberale in adolescenti all'inizio della pubertà (intorno ai 10-12 anni) che presentano problemi di disforia di genere.

Si elencano poi i limiti entro cui l’utilizzo del farmaco è ammesso, che possiamo riassumere nei seguenti punti:

  1. profonda sofferenza nei ragazzi, con riscontri psichiatrici;
  2. sotto il vigile monitoraggio di un team di esperti;
  3. con somministrazioni entro un periodo di tempo limitato;
  4. col corretto consenso informato dei genitori;
  5. col corretto consenso informato del ragazzo/ragazza.

Tutto questo ci ricorda la campagna pro-life scatenatasi a colpi di bufale contro una legge dello Stato di New York che aggiornava una già esistente sull’aborto.

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