«Milano good vibes»: un colloquio informale tra Beppe Sala e Mahmood
Quando Mahmood ha contattato Beppe Sala con un direct su Instagram per chiedergli di organizzare un incontro, non si aspettava che il sindaco avrebbe risposto attraverso il social network. Ma da quella chat è nato l’evento del 14 marzo al Rocket, storico locale sui Navigli di Milano. «Mahmood è un bell’esempio per i giovani e per Milano», ha detto subito Sala, «al momento non ci sono città come la nostra, che offrono infinite opportunità e dove la diversità è considerata solo un valore». Parole dolci anche da parte del vincitore di Sanremo, cresciuto a Gratosoglio, quartiere a Sud del capoluogo lombardo: «Ringrazio la periferia, è la mia casa e il mio luogo d’ispirazione: la mia musica nasce sui tram, sulla linea 79», ha detto tra le risate. Una chiacchierata che ha avuto come filo conduttore l’onestà: Mahmood ha chiesto a Sala «come possono i giovani fidarsi di questa politica», e il sindaco non ha negato le mancanze della classe dirigente.
«Ma bisogna fare le dovute differenze. È vero che dovremmo avvicinarci di più ai giovani, ma voi incalzate: cose potenti come la marcia del 2 marzo possono succedere ancora». E allora il sindaco ha ribaltato la domanda al cantante: «Tu, voi giovani, cosa vi aspettate da noi?». «Tra tutte le critiche che mi sono arrivate, mi sono sentito dare dell’immigrato. Non bado tanto ai giochi politici, ma vorrei che si badasse di più ai diritti degli esseri umani. Ecco, da questo punto di vista, io sto dalla parte del diritto alla vita». Poi, dopo le domande del pubblico, Mahmood mantiene la promessa fatta al sindaco su Instagram: il palchetto del Rocket si carica della stessa energia dell’Ariston e il cantante, a cappella, ha intonato il brano Soldi mentre Sala batteva le mani a tempo insieme a una piccola fan.