La stecca del Pd sul voto delle primarie: risultati ufficiali “impossibili”
Un’incongruenza clamorosa macchia la conclusione delle Primarie del Partito Democratico. Prima dell’elezione in assemblea nazionale del nuovo segretario sono stati ufficializzati i risultati delle primarie, pubblicati sul profilo Twitter del giornale del Pd, Democratica.
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A una prima occhiata tutto sembrerebbe regolare. Ma facendo i calcoli sul numero di votanti e non limitandosi a guardare le percentuali cosa emerge?
Le percentuali “perfette” dei tre candidati dopo le Primarie del Pd
Le percentuali
Ci troviamo davanti a tre candidati con tre percentuali perfettamente scolpite su numeri precisi al milionesimo. Zingaretti perfettamente al 66%, Martina al 22% e Giachetti al 12%. Questi dati risultano essere totalmente impossibili a livello statistico.
L’anomalia – su cui non abbiamo ancora ricevuto alcun chiarimento da parte del Pd – risiede nel fatto che i decimali delle percentuali siano così netti e tutti prossimi al numero tondo. Effettuando un’elementare proporzione sui risultati, tendendo conto che hanno votato 1.569.628 persone, risulterebbe infatti:
- Zingaretti: 1.569.628 : 100 = 1.035.955 : x —– x = 66,0000331% (dato ufficiale: 66%)
- Martina: 1.569.628 : 100 = 345.318 : x —– x = 21,9999898% (dato ufficiale: 22%)
- Giachetti: 1.569.628 : 100 = 188.355 : x —– x = 11,9999771% (dato ufficiale: 12%)
Come si può notare, le percentuali si avvicinano tutte al numero tondo, anche considerando le cifre significative dopo la virgola. Non si tratta di arrotondamenti o approssimazioni, ma i numeri dei voti ricevuti dai tre candidati sembrano essere perfettamente distribuiti intorno al risultato percentuale tondo.
Il confronto con le primarie del 2017 e del 2013
Guardando ai risultati delle primarie del 2017 e del 2013, le percentuali finali sembrano essere statisticamente più “normali” rispetto a quelle dell’elezione di quest’anno.
Nel 2017, quando a sfidarsi per la segreteria del Pd c’erano Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano, le percentuali – e in particolare i decimali – di voto risultavano meno prossimi alle unità.
- Renzi: 1.817.412 : 100 = 1.257.091 : x —– x = 69,1692913% (dato ufficiale: 69,17%)
- Orlando: 1.817.412 : 100 = 362.691 : x —– x = 19,9564546% (dato ufficiale: 19,96%)
- Emiliano: 1.817.412 : 100 = 197.630 : x —– x = 10,8742542% (dato ufficiale: 10,87%)
Anche nel 2013, quando in corsa per la segreteria di partito c’erano Renzi, Civati e Cuperlo, i decimali risultavano più “normali”.
- Renzi: 2.805.775 : 100 = 189.5332 : x —– x = 67,5511044% (dato ufficiale: 67,55%)
- Civati: 2.805.775 : 100 = 399.473 : x —– x = 14,237528% (dato ufficiale: 14,24%)
- Cuperlo: 2.805.775 : 100 = 510.970 : x —– x = 18,2113676% (dato ufficiale: 18,21%)