Caso Diciotti, come funzionerà il (lungo) voto su Salvini
Due passaggi parlamentari ravvicinati attendono il governo giallo-verde: mercoledì 20 il voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini, giovedì 21 quello sulle mozioni di sfiducia di Pd e Forza Italia sul ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Tutto avverrà in Senato.
Ma per capire se Matteo Salvini rischia di dover affrontare un processo per la gestione del caso Diciotti, serviranno molte ore. La discussione a Palazzo Madama inizierà nel pomeriggio: il presidente della Giunta per le autorizzazioni e immunità Maurizio Gasparri leggerà la relazione di maggioranza e spiegherà perché il ministro dell’Interno non può essere processato.
Così avevano deciso, votando «no», 16 dei 23 senatori che componevano la Giunta. Anche i parlamentari 5 Stelle avevano votato in favore dell’alleato leghista, dopo la votazione sulla piattaforma Rousseau e la lettera presentata dai ministri Di Maio e Toninelli (oltre a quella del presidente Conte) per rivendicare la «collegialità» della decisione.
Un bis senza sorprese?
Il governo è convinto che nell’aula del Senato si replicherà quanto deciso nella Giunta per le autorizzazioni lo scorso 19 febbraio. Dopo la relazione di Gasparri, ci saranno quelle della minoranza.
Sicuramente quella di Pietro Grasso (Leu), che dice: «La forza e l’arroganza dei numeri prevarranno anche se sono convinto che molti, soprattutto tra i 5 Stelle, voteranno per convenienza senza capire la gravità del precedente che creano in questo modo». Non è escluso che anche il senatore De Falco (recentemente espulso dai 5 Stelle) ne presenti una propria. Gli esponenti Pd si limiteranno a intervenire in aula.
La lunga attesa
I senatori torneranno poi a riunirsi il 20 marzo: il voto non sarà segreto e inizierà alle 13 ma ci vorranno sei ore per arrivare all’esito finale. Si voterà in apertura della seduta con il voto elettronico, ma gli assenti avranno tempo fino alle 19 e potranno presentarsi in aula successivamente dichiarando la propria intenzione di voto ai segretari.
Solo in serata ci sarà il risultato finale e si capirà se per la maggioranza dei senatori Matteo Salvini ha agito «in nome del governo italiano per l’interesse pubblico e per verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue» dei 177 migranti a bordo della nave della Guardia Costiera Diciotti. La tesi del ministro dell’Interno dovrà essere accolta da 161 parlamentari.