Fabio, il bambino immunodepresso, è tornato a scuola
Per Fabio è il secondo-primo giorno di scuola. Ma per i genitori, stavolta, l'emozione è stata più grande. Fabio è tornato in classe – zainetto in spalla, grembiule blu scuro, mascherina sul viso e un «bentornato!» inciso su un palloncino – dopo un calvario durato mesi.
La sua storia l'abbiamo seguita e raccontata qui su Open, passo dopo passo. Dopo la leucemia, la chemio, la riabilitazione il cammino di Fabio verso la normalità si era interrotto perché molti suoi compagni di classe non erano vaccinati. E lui, immunodepresso, rischiava di contrarre infezioni che avrebbero potuto compromettere il suo già precario stato di salute.
La sua battaglia per il diritto alla salute è diventata tema di dibattito tra i novax, che hanno schedato e insultato i suoi genitori, accusandoli di essere attori e di essere stati pagati per difendere i vaccini. Dopo settimane di scontri, appelli ai media e alla politica, per i genitori è arrivato il momento di raccogliere i frutti della loro battaglia.
Fabio è tornato a scuola: tutti i compagni che non erano in regola con i vaccini ora lo sono. Un po' perché l'11 marzo è scaduto il termine per presentare il certificato vaccinale. Un po' perché è difficile non essere solidali con un bambino di 7 anni e mezzo e con due genitori che hanno già attraversato l'inferno. La solidarietà in questo caso c'è stata e bisogna esserne felici: non è affatto scontata, di questi tempi.