Il brutto “pasticcio” della Scala, il Teatro restituirà i soldi ai sauditi
«A oggi si ritorna al punto zero». Per adesso la partita che coinvolge Arabia Saudita e Teatro alla Scala è sospesa. Il sindaco Giuseppe Sala al termine della riunione del cda ha chiarito che restituirà i fondi versati a fine febbraio dal ministro della cultura saudita, Badr bin Abdullah bin Mohammed Al Farhan. La cifra totale si aggirava sui 3 milioni e 100 mila euro, ed era solo la prima parte di un programma di finanziamenti che in 5 anni avrebbe portato nelle casse del teatro circa 15 milioni di euro.
Non era solo beneficenza. Questo accordo è stato stretto direttamente da Alexander Pereira, sovrintendente del Teatro alla Scala. Con una donazione così ingente, l'Arabia Saudita sarebbe diventata socio e quindi avrebbe potuto avere un posto all'interno del consiglio di amministrazione del teatro. Un piano che aveva scatenato diverse polemiche.
Le polemiche di Attilio Fontana e il parere di Giuseppe Sala
Il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana è stato molto critico su tutta la vicenda: «Il signor Alexander Pereira non mi ha consegnato alcuna documentazione che facesse riferimento al versamento di 3 milioni da lui ricevuto dai Sauditi». E poi: «Ancora più grave è il fatto di aver comunque accettato dei fondi a prescindere dalle decisioni del cda e addirittura prima che questo si riunisse. In qualunque cda, a qualsiasi latitudine, questo comportamento provocherebbe il suo licenziamento».
Foto ANSA |Il sovrintendente del Teatro alla Scala Alexander Pereira
Il sindaco di Milano ha assicurato però che Alexander Pereira rimarrà al suo posto. Giuseppe Sala è il presidente del Teatro alla Scala, un ruolo che gli spetta di diritto come primo cittadino del capoluogo lombardo. La sua opinione sulla vicenda era invece meno schierata, come ha spiegato in un'intervista rilasciata l'8 marzo a margine della presentazione del Premio Internazionale Antonio Mormone: «Ci sta, è l’occasione per rinforzare l’immagine della Scala e delle sue capacità a livello internazionale e, in particolare, in Medioriente».