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Mare Ionio, la guardia di finanza vieta l’ingresso nelle acque italiane. Il capitano: «Siamo in pericolo di vita»

18 Marzo 2019 - 22:49 Chiara Piselli
La nave con 49 migranti a bordo, battente bandiera italiana, non esegue l'ordine e punta a Lampedusa. Luca Casarini, capo missione a bordo: «Abbiamo fatto presente che siamo in una situazione di emergenza con onde alte tre metri, dobbiamo salvare la vita delle persone»

Crea scompiglio in Viminale il nuovo salvataggio di una nave umanitaria al largo della Libia alla vigilia del voto in Senato sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini per il caso Diciotti. Dopo la notizia del soccorso di 49 persone a bordo di un gommone in avaria che imbarcava acqua, il vicepremier leghista alza subito la voce e annuncia l’arrivo di una direttiva per «stoppare definitivamente le azioni illegali delle ong». La Mare Jonio, battente bandiera italiana, è della Ong Mediterranea Saving Humans – impegnata nella missione di monitoraggio del Mediterraneo centrale – e ora si sta dirigendo verso l’Italia. Così, mentre la nave chiede che l’Italia indichi un porto sicuro dove far sbarcare i 37 adulti e 12 bambini visto che è anche in arrivo una forte perturbazione, il Viminale fa sapere che è pronto un documento ad hoc che raccoglie le procedure dopo eventuali salvataggi in mare.

«La priorità rimane la tutela delle vite – fanno sapere fonti del Viminale – ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente». E dunque della Libia, in questo caso. «Qualsiasi comportamento difforme – sostiene il Viminale – può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani». La rotta presa dalla Mare Jonio non piace affatto a Salvini che ha approfittato del momento per fare pressing sui suoi uffici per apporre quanto prima la sua firma sulla direttiva in questione che disciplina i salvataggi in mare e che sarà «presto inviata a tutte le autorità interessate». Resta da capire come il documento si inserisce nello scenario internazionale e come, dunque, si rapporta alle norme di più alto rango. In caso di conflitto, dovrà comunque prevalere il diritto internazionale, a patto che sia rispettato il principio della supremazia costituzionale.

Il testo del documento

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