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Morte Imane Fadil, la procura: «Metalli nel sangue molto alti, ma solo autopsia chiarirà cause del decesso»

«Vorrei smentire la chiacchiera che é uscita sui giornali secondo la quale i metalli nel sangue della ragazza erano piuttosto bassi. Questo non é vero perché l'antimonio nel suo sangue, già lavato da diverse trasfusioni, ha dato il risultato di 3 e invece il range della tollerabilità é fino allo 0,2 e 0,22. Anche il cadmio urinario é stato rilevato al livello di 7, mentre la normalità é fino allo 0,3», ha sottolineato il procuratore Greco in conferenza stampa

Non tutto ciò che è stato scritto sulla morte di Imane Fadil in questi giorni corrisponde alla verità. A sostenerlo è il procuratore capo di Milano Francesco Greco, che in conferenza stampa congiunta con i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, ha smentito alcuni dettagli diffusi sul misterioso decesso della modella 34enne coinvolta come teste chiave, insieme ad Ambra Battilana e Chiara Danese, nei procedimenti per induzione alla prostituzione e corruzione connessi al caso Ruby.

«Dagli esami sui liquidi biologici effettuati sono stati trovati livelli superiori rispetto alla norma di antimonio e cadmio. Attendiamo l'esito degli esami autoptici per un quadro più chiaro», ha spiegato Greco.

«Alti livelli di cadmio, antimonio, cromo e molibdeno»

Dagli esami del sangue sono emerse tracce di sostanze particolari. «Vorrei smentire la chiacchiera che é uscita sui giornali che dice che i metalli nel sangue della ragazza erano piuttosto bassi. Anche questo non é vero perché l'antimonio nel suo sangue, già lavato da diverse trasfusioni, ha dato il risultato di 3 e invece il range della tollerabilità é fino allo 0,2 e 0,22. Anche il cadmio urinario é stato rilevato al livello di 7, mentre la normalità é fino allo 0,3», ha sottolineato Greco.

Gli esami hanno anche riscontrato «valori molto superiori di cromo e molibdeno» mentre quelli del cobalto «erano bassi, non significativi». Gli esami del sangue, peraltro, «sono meno significativi, perché il sangue é stato lavato due o tre volte avendo fatto tantissime trasfusioni, mentre le urine sono più attendibili».

Non esclusa l'ipotesi di un decesso per cause naturali

Al momento non sarebbe comunque ancora stata esclusa l'ipotesi del decesso per cause naturali, ha sottolineato il procuratore rimarcando però che «tutti gli accertamenti svolti all'Humanitas non hanno riscontrato patologie». «Il 12 febbraio Imane Fadil parlò di avvelenamento e lo comunicò all'esterno. Non si sa però ancora se sia stata lei a esprimere il suo timore o se qualcuno dei medici lo abbia detto a lei», ha poi spiegato il procuratore.

Non sarebbe stata la clinica a comunicare tempestivamente la notizia del decesso della modella 34enne: «A comunicare la morte di Imane Fadil in Procura é stato il suo avvocato il giorno della morte. A quel punto noi abbiamo deciso di mandare alla clinica la polizia giudiziaria – ha aggiunto il procuratore – anticipando di fatto le comunicazioni dell'Humanitas».

L'autopsia

Solo l'autopsia, che verrà condotta dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo presumibilmente tra giovedì 21 o il venerdì 22 marzo, potrà chiarire i tanti aspetti ancora oscuri della morte di Imane Fadil.

«Bisognerà aspettare i valori contenuti negli organi, che emergeranno dopo l'autopsia. L'esame sulla salma verrà eseguito con una serie di precauzioni particolari a tutela dei medici legali, tra cui la presenza di apparecchiature speciali in uso ai vigili del fuoco. Nei prossimi giorni procederemo all'estrazione di alcuni campioni, poi alla normale autopsia», ha specificato Greco.

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